10 animali a rischio di estinzione nella Grande Barriera Corallina

10 animali a rischio di estinzione nella Grande Barriera Corallina

La barriera corallina o reef è un habitat tipico dei mari e degli oceani tropicali, unico nel suo genere. Ce ne sono moltissime nel mondo e la più grande di tutte è la Grande Barriera Corallina australiana (Great Barrier Reef), dove possiamo trovare un terzo del corallo presente sulla Terra, 2.900 barriere collegate tra loro che si estendono per oltre 2.200 km di lunghezza. Ospita circa 1.500 specie di pesci ed è la più grande struttura fatta di un unico organismo vivente.

Purtroppo, a causa dell'attività umana, la Grande Barriera Corallina e le specie che vi abitano sono a rischio di estinzione. Riscaldamento globale, caccia, deforestazione e contaminazione dell'acqua sono le cause principali. In questo articolo di AnimalPedia parleremo degli animali che sono stati classificati come vulnerabili dalla CITES ("Convenzione sul commercio internazionale di specie di fauna e flora minacciate d’estinzione" o più brevemente "Convenzione di Washington") ed in particolare dei 5 animali a rischio di estinzione nella Grande Barriera Corallina.

Dugongo (Dugong dugon)

Lo si può confondere con un delfino o uno squalo, ma il Dudongo è in realtà è solo prossimo al lamantino,da cui si differenzia soprattutto per la forma biforcuta della coda. Questo splendido mammifero è capace di nuotare più di sei minuti senza risalire in superficie per respirare e si alimenta solo di vegetazione marina.

Abita in acque poco profonde e attorno alla barriera corallina, ciò lo rende facile bersaglio dei cacciatori e pescatori che da secoli ne vendono la carne, i denti e producono e vendono l'olio dal grasso dell'animale. Allo stesso tempo il Dudongo è minacciato dall'inquinamento marino che causa la scomparsa delle praterie sottomarine. Per questo e per il lento ciclo riproduttivo (che consiste in un parto all'anno in cui poi il piccolo rimane con la madre altri 18 mesi), oggi è un animale a rischio d'estinzione. In un anno lo sviluppo delle nidiate di questo esemplare aumenta infatti solo il 5%.

Dugonghi in aumento, una buona notizia per la Grande Barriera Corallina

Fortunatamente il Dudongo è uno degli animali protetti dallo stato australiano e, contro ogni previsione, un censimento del 2016 ha mostrato risultati incoraggianti: la popolazione di questo mammifero marino risulta in aumento grazie anche alla ripresa dello sviluppo delle praterie marine. La ricerca precedente del 2011 non aveva trovato traccia di piccoli, a causa di un potente ciclone che aveva strappato via le praterie. Questi dati positivi potrebbero però essere semplicemente legati alla migrazione. Esultare quindi ma con cautela, cercando di monitorare e proteggere il più possibile la crescita e l'habitat di questi grossi mammiferi dalle labbra allungate.

Tartaruga di mare (Chelonioidea)

Le tartarughe marine sono considerate anch'esse tra gli animali in pericolo di estinzione della Grande Barriera Corallina. Quattro delle sei specie di tartarughe marine sono state classificate dalla IUNC (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) come animali a rischio di estinzione mentre le altre due in condizioni di vulnerabilità.

Questi rettili sono per lo più erbivori e mangiano soprattutto alghe e alcuni tipi di corallo. Le quattro specie in pericolo di estinzione sono:

  • La tartaruga comune (Caretta caretta): Questa tartaruga è diffusa in molti mari del mondo ma a causa dell'uomo e della lenta riproduzione (il raggiungimento della maturità sessuale ad esempio avviene solo intorno ai 13 anni) è tra gli animali che si stanno estinguendo.
  • La tartaruga verde (Chelonia mydas): Nonostante sia una delle specie più abbondanti della Gran Barriera Corallina, il suo ciclo riproduttivo è enormemente colpito dal cambiamento climatico. Le frequenti inondazioni devastano l'habitat in cui vivono e rompono i nidi con le uova, mettendo in serio pericolo la sopravvivenza della specie.
  • La tartaruga embricata (Eretmochelys imbricata): Queste piccole tartarughe di mare adorano nuotare in acque poco profonde per alimentarsi di spugne fino alla deposizione delle uova. Purtroppo sono proprio le prelibate uova che i cacciatori e pescatori cacciano che le hanno portate ad essere classificate tra le specie a rischio.
  • La tartaruga liuto (Dermochelys coriacea): Questa specie che abita la Grande Barriera Corallina è la più grande tartaruga al mondo. Sensibilissima all'inquinamento marino, è in pericolo anche a causa dell'ingestione di sacchetti di plastica che scambia per meduse. Nel 2013, a seguito di nuovi controlli sulla popolazione, l'IUCN ha abbassato il rischio di estinzione da specie in pericolo critico a pericolo vulnerabile.

La tartaruga a dorso piano (Natator depressus) e la tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea) sono anch'esse animali a rischio di estinzione con la classificazione di pericolo vulnerabile e sono per questo tra gli animali protetti. Il valore del loro carapace è molto alto sul mercato e per questo vengono cacciate. Anche le uova, deposte in alto mare, sono facili da conseguire per i cacciatori senza scrupolo. Inoltre con l'aumento del turismo nella Gran Barriera Corallina, accade di frequente che la corazza venga colpita e danneggiata provocando la morte del rettile.

Conosci le differenze tra tartarughe di terra e d'acqua? Leggi il nostro articolo di AnimalPedia e scoprirai che c'è differenza anche nel carattere.

Balena

La balena sono state considerate per molto tempo dagli aborigeni l'animale più importante della Gran Barriera Corallina. Da queste tribù viene infatti chiamata Mugga Mugga e considerata un totem spirituale da tutti. Nonostante sia protetta da uno stretto regime di conservazione, la balena continua ad essere vittima di caccia furtiva.

Negli anni '60 a causa dell'industria baleniera la popolazione della megattera (Megaptera novaeangliae) si è ridotta del 90%. Ciò nonostante nelle decadi successive si è ripresa e in particolare nella Grande Barriera Corallina grazie alle autorità marittime che assicurano ai piccoli di crescere indisturbati. Oggi si stima che vivano più di 80.000 esemplari.

Esistono altre specie di balena che si stavano estinguendo ma che grazie alle autorità e alle leggi nazionali australiane trovano rifugio nella Grande Barriera Corallina. Questo è il caso ad esempio della balenottera di Eden (detta anche di Bryde) che si trova in pericolo di estinzione a causa della curiosità nei confronti delle navi (si avvicina provocandosi dei danni spesso mortali) e a causa della contaminazione dei mari in cui emigrano.

La balenottera boreale (Balaenoptera borealis) è uno dei cetacei meno conosciuti della famiglia Balaenopteridae. Oggi è uno degli animali protetti a libello internazionale ma, nonostante ciò, alcune previsioni stimano che sarà definitivamente estinta prima del 2036. La sua popolazione si ridusse moltissimo tra la fine del diciannovesimo e quella del ventesimo secolo in seguito alla caccia commerciale su larga scala in cui vennero catturati più di 238.000 esemplari.

Coccodrillo marino (Crocodylus porosus)

Detto anche estuarino, il coccodrillo marino è il più grande rettile vivente e predatore terrestre. Può raggiungere dimensioni enormi con i suoi 7 metri di lunghezza per 10 quintali di peso (1.000 kg). Il coccodrillo marino si distingue dagli altri anche per le ghiandole del sale di cui è dotata la sua bocca, ognuna con il suo poro di apertura sulla lingua, che servono a smaltire efficacemente l'eccesso di sali ingeriti attraverso il cibo e l'acqua.

Anche se si tratta di uno degli animali più pericolosi d'Australia, nel mondo esistono solo tra i 200.000 e i 300.000 esemplari di coccodrillo marino. Da alcuni decenni il suo areale si è ristretto di molto, attualmente infatti è considerato estinto in Thailandia, Laos e Vietnam. Nel resto dell´Indocina è sempre più raro, però in Australia è ancora diffuso. Questo grande rettile è cacciato dall'uomo per la sua pelle, la sua carne e per le uova. Inoltre è minacciato anche dalla riduzione del suo habitat naturale - la sua maggiore minaccia - a causa dell'espansione delle aree portuali o delle bonifiche per ricavare campi da coltivare.

Gli australiani lo hanno amichevolmente soprannominato "saltie" ma tra gli anni '40 e gli anni '70 fu vittima di una spaventosa caccia che ne ridusse del 95% la popolazione stanziata nel nord della regione. Dagli anni '70 fortunatamente è tra gli animali protetti in Australia, anche se persiste la caccia illegale in alcune zone.

Attacchi all'uomo da parte del coccodrillo marino

Le loro grandi abilità natatorie fanno sì che si allontanino spesso dalla Gran Barriera Corallina, nonostante ciò si registrano attacchi da parte dei coccodrilli marini all'uomo: tra il 1971 e il 2013 si sono registrati 106 attacchi. Fuori dall'isola invece se ne registrano uno o due all'anno in tutto (ma in realtà, poiché spesso nelle zone più povere non vengono denunciati, se ne stimano 20-30 all'anno). Il governo ha cercato di marginare questo fenomeno mettendo moltissimi segnali di avvertenza e divieto di nuoto negli habitat di questo rettile, e in alcuni casi catturando e trasferendo gli esemplari più aggressivi in altre zone. Il problema è che i coccodrilli poi ritornano al loro territorio d'origine.

In natura esistono diversi tipi di coccodrillo: se ti appassionano questi incredibili rettili, leggi il nostro articolo di AnimalPedia e scopri anche la differenza tra coccodrillo, alligatore e caimano.

Corallo (Corallium)

Molte persone credono che il corallo sia una pianta marina, in realtà si tratta di un essere vivente che si alimenta di zooplancton. Il corallo è costituito da comunità di piccoli polipi di pochi millimetri che costruiscono uno scheletro di carbonato di calcio con funzione protettiva e di sostegno. I polipi crescono uno accanto all’altro e quindi le secrezioni di calcare si fondono tra loro e si stratificano, arrivando a formare le barriere coralline. Con la morte dell’organismo, lo scheletro viene poi colonizzato da altri polipi.

I coralli, insieme agli anemoni, fanno parte della classe degli Antozoi che significa letteralmente "fiori animali". È proprio il corallo che dà nome alla Gran Barriera Corallina che, come dicevamo all'inizio, è la più grande struttura fatta di un unico organismo vivente. Purtroppo, a causa dell'attività umana, la Grande Barriera Corallina e le specie che vi abitano, stanno scomparendo. Infatti delle 360 specie di corallo che si trovano in quest'area, 22 specie sono a rischio di estinzione.

Esistono vari fattori che hanno provocato questo disastro australiano:il principale è la stella corona di spine, una stella marina provvista di spine velenifere che è predatrice naturale dei polipi di corallo. Questa specie è aumentata moltissimo a partire dal 2000, causando la morte del 50% della popolazione del corallo.

Oltre a ciò l'effetto serra e l'inquinamento marino da plastica hanno provocato il fenomeno detto dello "sbiancamento dei coralli" che perdono la loro pigmentazione naturale. Si pensa che questo fenomeno sia provocato dallo stress del polipo del corallo, e se avviene per un periodo prolungato finisce per provocarne la morte. Nel 2016 si è registrato uno sbiancamento della Grande Barriera Corallina senza precedenti che ha portato alla morte di più del 20% dei coralli e la scomparsa di due terzi dei coralli nel nord dell'Australia.

I coralli si alimentano per lo più di alghe e la perdita di acquitrini causata delle costruzioni e delle bonifiche costiere fanno diminuire la qualità delle acque in cui prolificano. Per questo le alghe non vanno in infiorescenza e quindi i coralli perdono uno degli alimenti principali di cui vanno ghiotti.

Potrebbe ancora esserci speranza per le barriere coralline

Nonostante tutti questi pericoli, alcune comunità di coralli si mostrano capaci di riprendersi e prosperare. È infatti quello che è emerso dallo studio della Grande Barriera Corallina durato 10 anni e pubblicato a maggio 2018 sulla rivista Nature Geoscience Journal. Gli scienziati hanno cercato di costruire l’evoluzione della barriera corallina in questo arco di tempo in risposta a cambiamenti ambientali importanti e improvvisi.

È emerso che il reef è molto più resistente di quello che si pensava e che è in grado di sopravvivere all'innalzamento del mare grazie alla sua capacità di spostarsi sul fondo del mare lateralmente tra 0,2 e 1,5 metri l’anno, e grazie alla continuità degli habitat della scogliera con coralli e alghe coralline.

Secondo gli scienziati è comunque improbabile che la barriera corallina sopravviva agli attuali tassi di innalzamento della temperatura della superficie marina, allo sbiancamento dei coralli, al peggioramento della qualità dell’acqua e all’aumento del flusso di sedimenti. L'aumento dei sedimenti nel mare è infatti un'altra causa di morte dei coralli dato che influenza la qualità dell’acqua e riduce la luce solare disponibile. È principalmente dovuta ai pascoli e alla deforestazione da parte dell'uomo delle montagne e delle pianure.

Gli studiosi avvertono che se l'andamento delle emissioni di gas serra resterà invariato tutte le barriere del pianeta considerate patrimonio dell'umanità potrebbero andare perdute nel giro di 30 anni, mentre le restanti scomparirebbero entro fine secolo.

In un altro studio del 2017 pubblicato sul Journal of Applied Ecology comunque lascia sperare: pare infatti che di tutte le barriere coralline a rischio che sono state prese in esame, ben 38 sono in buona salute o comunque si sono riprese da una decimazione quasi certa.

La scoperta di queste oasi non significa che le barriere coralline non siano in pericolo, tuttavia rappresentano di certo una speranza per questi meravigliosi organismi acquatici. Scoprendo le comunità di coralli che se la cavano meglio, infatti, possiamo cercare di individuare cosa ne determina la sopravvivenza e forse la possibilità di estenderla alle altre barriere di coralli.

Squalo Pinna Nera del reef (Carcharhinus melanopterus)

Gli Squalo Pinna Nera del reef hanno vistose chiazze nere all'estremità delle pinne e predilige le acque poco profonde e vicine alla costa, al punto che la sua prima pinna dorsale dalla punta nera emersa dall'acqua è una visione caratteristica delle zone in cui vive. Non sono di enormi dimensioni, infatti arrivano a misurare al massimo poco più di un metro e mezzo.

È un animale schivo e sospettoso e per questo raramente è un pericolo per l'uomo, a meno che non sia aizzato dalla presenza di cibo nelle battute di pesca o se si sentono minacciati. Non sono considerati importanti dal punto di vista commerciale però vengono cacciati per la carne, l'olio di fegato, le pinne usate per la zuppa, oltre ad essere usati come esca per altri pesci.

Il loro territorio è molto ristretto e la dieta è composta soprattutto da pesci teleosti della barriera corallina. Se aggiungiamo inoltre che il tasso di riproduzione è basso e sono appunto vittima dell'uomo dato che le loro abitudini li portano spesso in zone a contatto con esseri umani, possiamo capire perché la IUNC (International Union for Conservation of Nature) classifica questa specie come prossima alla minaccia di estinzione.

Pesce napoleone (Cheilinus undulatus)

Il pesce napoleone ha una caratteristica prominenza sulla fronte e le grosse labbra carnose. I colori della livrea sono bellissimi: da azzurro a verde smeraldo, da verde pisello a grigio rosato con una screziatura fine composta da un reticolo di linee sottili e giallognole.

Questo pesce è un tipico abitante della Grande Barriera Corallina e si addormenta fra i coralli durante la notte. Si trova in zone protette e sulla scarpata del reef fino a di 60 m di profondità. Però si avvicina facilmente all'uomo che rappresenta per questo animale la minaccia principale a causa della pesca indiscriminata. La sua carne e le sue labbra sono infatti pietanze prelibate e molto costose sul mercato. Per questo è inserito tra gli animali a rischio di estinzione dalla IUNC (International Union for Conservation of Nature).

Cavalluccio Marino (Hippocampus)

I cavallucci marini sono dei veri e propri gioielli dei mari e della Gran Barriera Corallina australiana, dalla caratteristica testa che ricorda quella di un cavallo. Questa caratteristica non è sfuggita ai popoli antichi che lo ritenevano un animale divino e lo raffiguravano come animale mitologico.

Essi nuotano all’indietro e la loro struttura fisica è curiosamente incentrata su un asse verticale anziché orizzontale. Purtroppo diverse specie di cavalluccio marino rischiano l'estinzione ed è sempre più difficile osservarli in natura. Tra le cause principali della riduzione della popolazione di cavallucci marini ci sono la perdita di habitat, provocata dall'inquinamento e dall'acidificazione degli oceani, e l'ampio uso che se ne fa nella medicina tradizionale cinese. Questo pesce viene infatti usato come afrodisiaco, essiccato e grattugiato. Ogni anno, si stima che la medicina tradizionale cinese impieghi oltre 20 milioni di esemplari.

Nonostante molti divieti internazionali, il cavalluccio marino viene inoltre venduto vivo per gli acquari o essiccato come souvenir. È minacciato poi dall'inquinamento sia delle acque fluviali che costiere. Per questo tutte le specie del genere Hippocampus sono state inserite nella lista degli animali a rischio della CITES.

Animali protetti della Grande Barriera Corallina

Oltre naturalmente alle misure di protezione verso gli animali in pericolo di estinzione, gli scienziati hanno stilato una lista di animali minacciati cui si deve fare particolare attenzione e agire perché il loro stato non peggiori ulteriormente. Gli animali protetti dalla GBRMPA (Great Barrier Reef Marine Park Authority) australiana sono:

Animali migratori

La Convenzione sulle Specie Migratrici (CSM) degli animali selvatici in generale firmò vari accordi con gli stati per proteggere gli animali che si stanno estinguendo. Questi di seguito sono quelli che compaiono nella lista che non stanziano ma passano per il reef:

  • Tartaruga liuto
  • Tartaruga verde
  • Megattera
  • Balenottera di Eden
  • Grande squalo bianco
  • Orcella asiatica
  • Lipote
  • Capodoglio

Animali minacciati

Un animale minacciato è definito tale quando la sua popolazione ha subito un forte declino. La GBRMPA lavora per proteggere anche questi animali del reef per evitare che peggiori la situazione. Tra questi troviamo:

  • Squalo balena
  • Cavalluccio marino
  • Pesce napoleone
  • Tursiope
  • Delfino comune
  • Pseudorca
  • Pesce sega lungopettine
  • Globicefalo di Gray
  • Ossifraga del sud
  • Tridacna gigante
  • Zifio

E molti altri, purtroppo.

Se ti è capitato di imbatterti in uno di questi animali descritti nell'articolo in mare o se ne hai avuto uno in un acquario, scrivici la tua esperienza o le abitudini che aveva. Se vuoi conoscere altri splendidi animali che vivono in mare, non perderti questo articolo di AnimalPedia su gli animali marini più strani al mondo. Il Pesce Blobfish ti lascerà di stucco!

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