Alimentazione del geco leopardino

Alimentazione del geco leopardino

In un nostro precedente articolo ci siamo già soffermati sulle caratteristiche del geco comune (Tarentola mauritanica) e di come sia importante preservarne la presenza all’interno dell’ambiente naturale. Ma se proprio avessimo voglia di allevare assolutamente uno di questi sauri che cosa potremmo fare? La soluzione migliore è quella di optare per una scelta alternativa, ma non per questo meno interessante: stiamo parlando dell’appariscente geco leopardino (Eublepharis Macularius).

Se vuoi saperne di più sull'alimentazione del geco leopardino, sul terrario adatto a quest'animale ed altre curiosità circa le sue abitudini e il suo carattere, continua a leggere quest'articolo di AnimalPedia!

Caratteristiche principali del geco leopardino

Il geco leopardino o leopardo, il “cugino” del nostro geco comune, è originario di Afghanistan, Iran, Iraq e India, è diffuso nei deserti dell’Africa meridionale e stabilmente presente in Pakistan. La conformazione fisica è tipica di tutti i Gekkota, ma è la sua livrea chiazzata con macchie bruno/nero a renderlo caratteristico.

Lungo circa 20 cm da adulto, anche questa specie ha abitudini crepuscolari e notturne: in quanto animali eterotermi (non possiedono meccanismi per regolare la propria temperatura corporea che sarà quindi influenzata da quella ambientale) hanno bisogno di fonti di calore esterne per mantenere attivo il loro metabolismo.

Non sono in grado di arrampicarsi su superfici lisce e muri per l’assenza di lamelle sulle loro zampe, ma grazie alla presenza di unghie sono buoni animali terricoli. La coda è molto grossa proporzionalmente al corpo ed è indicatore di buona salute; infatti essa funge da riserva di grasso e di acqua metabolica per le situazioni di necessità.

Cosa mangiano i gechi leopardini

Rispetto all'alimentazione del geco leopardino, bisogna specificare che anche questi gechi sono insettivori e in commercio possiamo trovare con facilità grilli, blatte e tarme della farina da somministrargli. Per l’alimentazione corretta degli adulti è necessario dare da mangiare un giorno sì e uno no, alternando le tipologie di insetto, mentre i giovani (fino a 7-8 mesi di vita) devono essere alimentati tutti i giorni.

Qualche allevatore è solito inserire nei pasti caimani e camole del miele; questi alimenti sono particolarmente proteici e non bisognerebbe esagerare con la loro somministrazione limitandola, in caso di necessità, a non più di un paio di volte al mese.

Inoltre, per evitare importanti carenze è anche necessario integrare la loro dieta con calcio e vitamina D3 (poco presenti nelle prede vive), che possono essere inserite attraverso apposite polverine disponibili in commercio 2-3 volte la settimana e direttamente sugli insetti che destiniamo al pasto. Per l’acqua invece sarà sufficiente un piccolo fondo.

Terrario del geco leopardino

Non trattandosi di lucertole arrampicatrici, il terrario per un geco leopardino dovrà essere allestito maggiormente in orizzontale e con dimensioni minime per un singolo esemplare di 50x40 cm x 30 cm di altezza considerando che, maggiori dimensioni avrà la nostra teca, tanto più il sauro avrà spazi a disposizione per muoversi e nicchie dove ripararsi.

Un aspetto importante da considerare è legato all’umidità: essendo abituati a vivere in ambienti pressoché desertici, questa dovrà essere contenuta all’interno del terrario. Per mantenerli attivi e fornire loro le giuste condizioni ambientali, è consigliabile creare diverse zone a diverse temperature: quelle più calde dovrebbero essere predisposte con temperature prossime ai 28-30°C, mentre quelle “fredde” o meno calde con temperature di 24-25°C, anche se in natura riescono a tollerare temperature massime di 35°C di giorno e fino a 20°C di notte.

A tal proposito è possibile utilizzare diverse strategie:

  • Una lampada riscaldante UVA-UVB posta lateralmente garantisce diverse condizioni climatiche all’interno della struttura; ovviamente più grande sarà lo spazio, tanto più sarà possibile creare zone a temperature differenti).
  • Anche dislocare dei tappetini riscaldanti garantisce un ottimo risultato.

In entrambi i casi è necessario utilizzare un termostato in modo da avere sempre le condizioni termiche più consone.

Anche per il substrato è possibile scegliere tra più opzioni. Vediamone alcune:

  • La sabbia è tipica degli ambienti desertici ed è possibile allestire un terrario con rocce piatte parzialmente sovrapposte a creare delle tane, completando con qualche ramo e piante grasse (senza spine). Il tutto sarà sicuramente molto bello esteticamente ma si tratterebbe di un terrario per geco leopardino difficile gestione; inoltre la sabbia, se ingerita, può provocare problemi a livello intestinale.
  • È anche possibile utilizzare una lettiera naturale e corteccia, ma allora sarà necessario fare attenzione all’eccessiva umidità che si potrebbe venire a creare.
  • Conclusione: meglio optare per un fondo “asettico” con un tappetino: in commercio ne esistono diverse tipologie, anche di colorazione marrone simile alla sabbia.

Svolgendo il processo della muta ogni 30-40 giorni è importante garantire delle “tane umide” nel terrario con all’interno fibre di cocco, corteccia o torba in grado di mantenere più alto il grado di umidità. Queste tane saranno anche utili per eventuali deposizioni di uova da parte delle femmine. Se proprio non riusciamo a garantire la giusta umidità possiamo anche nebulizzare il loro interno con uno spruzzino contenente acqua. La presenza di tane è altresì molto importante come nascondiglio da situazioni ambientali stressanti, quindi non dovrebbero mai mancare.

Altre curiosità sul geco leopardino

Ricordate che, essendo animali molto territoriali, non è possibile tenere due maschi all’interno della stessa teca, evitando così inutili lotte per il territorio. Discorso diverso riguarda il maschio con 2-3 femmine, ma allora dovremo prevedere un terrario decisamente più grande.

Rispetto al loro carattere, sono animali tendenzialmente pacifici che preferiscono scappare e rintanarsi nelle tane piuttosto che attaccare; è quindi quasi impossibile che ci possano mordere, cosa che non ci procurerebbe comunque nessun danno.

Un'altra curiosità è che, con le giuste condizioni ambientali, questi gechi possono riprodursi anche più volte all’anno, deponendo 2-3 uova alla volta con il guscio molle (condizione che richiede una buona umidità all’interno della tana per evitare disidratazione delle uova) e l’incubazione può durare fino ai 90 giorni tra 25 e 33°C. Non essendo comunque un procedimento molto semplice, ci sentiamo di sconsigliarlo al semplice neofita.

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