La fauna della savana: caratteristiche e curiosità

La fauna della savana: caratteristiche e curiosità

La Savana africana è caratterizzata da due stagioni ben distinte: stagione secca e stagione delle piogge. Durante la stagione delle piogge non cade sufficiente acqua per rendere la zona abbastanza umida, equilibrata e fertile. Per questo il biotipo della Savana è costituito da estese aree di pascolo e selva, con scarsa presenza di alberi.

Nonostante ciò, c'è un'impressionante ricchezza di animali che vive nella Savana, che sorprende sia per la quantità che per la rarità. Esistono in particolare tre distinti gruppi di animali, se prendiamo in considerazione la loro alimentazione: gli erbivori, i carnivori e i saprofagi, che si alimentano di materia organica in decomposizione. In questo articolo di AnimalPedia, per scoprire la fauna della savana: caratteristiche e curiosità, descriveremo tre esempi di animali appartenenti a ciascun gruppo.

L'Elefante Africano (Loxodonta africana)

Per descrivere la fauna della Savana, cominciamo dall'elefante. L'Elefante Africano è il più grande mammifero terrestre. Arriva a misurare fino a 5 metri e a pesare quasi 10 tonnellate. Sono animali erbivori e molto sociali il cui branco si basa su una gerarchia di tipo matriarcale: è la femmina alfa che tiene unito il gruppo.

Al di là delle sue dimensioni, ha una caratteristica che lo contraddistingue molto dagli altri animali che vivono nella Savana, ovvero la proboscide, che utilizza in molte occasioni: segnala oggetti o animali, emette suoni, raggiunge il cibo, serve a lavarsi, difendersi, bere e odorare. È molto utile anche per respirare durante il nuoto. La proboscide è l'organo più importante dell'elefante, dotato di centinaia di muscoli, ed è anche più sensibile delle dita umane.

Devi anche sapere che fino a pochissimo tempo fa, eravamo convinti che di specie di elefanti ne esistessero solo due. Le prime mappature genetiche dell'elefante infatti evidenziavano l'esistenza di due distinte specie: l'elefante africano della savana (Loxodonta africana) e l'elefante asiatico (Elephas maximus).Una recente ricerca pubblicata a gennaio del 2018 dimostra invece che le specie esistenti sono 3 e che l'albero genealogico dell'elefante è in realtà molto più complesso di quanto si pensasse.

Per scoprire tutto sull'elefante (habitat, anatomia, evoluzione, ecc.) e sulle differenze tra queste tre specie, non perderti l'articolo di AnimalPedia sulle differenze tra Elefante Asiatico e Africano.

Lo gnu (Connochaetes taurinus)

Tra la fauna della Savana possiamo anche ammirare lo gnu, questo strano bovide a metà tra il bue, l'antilope e il cavallo. Il suo corpo arriva a misurare fino a 1,40 di altezza al garrese per un peso di circa 200-250 kg. È erbivoro e vive in branchi fino a 100 esemplari. A maggio, quando deve emigrare verso le foreste alla ricerca di cibo, si unisce in grandi gruppi dove si riuniscono più branchi di migliaia di esemplari.

La testa e il torace è ricordano il bue, mentre dalla cintura in giù sembra un antilope. Il corpo è ricoperto da un corto pelo brunastro, mentre il dorso è dotato di una lunga criniera marrone nerastra e la coda termina con un ciuffo, proprio come il cavallo. Gli zoccoli sono invece appuntiti e bifidi. Sia nel maschio che nella femmina, la testa presenta due possenti corna che si allargano lateralmente con forma semicircolare e appuntita. Sul mento presenta una lunga barba che arriva fino alla linea mediana del ventre.

Lo Gnu vive nelle pianure assolate Africane cibandosi prevalentemente di erba. Dopo la migrazione ritorna alle pianure nel mese di novembre, dopo che è iniziata la stagione delle piogge. È un animale socievole, infatti lo si vede spesso con zebre o antilopi abbeverarsi o pascolare. Purtroppo è stato a lungo vittima dell'attività umana: La pelle, una volta conciata, fornisce infatti un cuoio di ottima qualità. Con le corna invece si possono fabbricare manici di coltelli. A causa della caccia spietata, vengono ora protetti anche in riserve naturali da leggi molto rigorose, e per fortuna sono ancora numerosi.

Il facocero (Phacochoerus africanus)

Un altro strano animale che vive nella Savana è il facocero. Appartiene alla famiglia dei suidi ed è l'erbivoro più diffuso nella Savana. In realtà si nutre alla bisogna anche di uova, uccelli, carogne, insetti, piccoli rettili e mammiferi. Il corpo è massiccio, gli arti sono magri e relativamente corti, e la testa è piuttosto allungata.

I facoceri sono tra le prede principali dei leoni, a causa della bontà della loro carne e del forte odore che emanano, per cui sono - purtroppo per loro - facilmente individuabili. Lunghi dai 90 ai 150 cm, il peso può variare a seconda del genere dai 45 ai 150 kg. Sono caratterizzati da due paia di zanne che fuoriescono dalla bocca che servono a difendersi dai predatori. Vivono in gruppo ed è attivo principalmente di giorno.

Fortunatamente, tra tutta la fauna della Savana, il facocero non corre pericolo di estinzione, anche se cacciato dagli autoctoni in quanto spesso rovina i campi coltivati dall'uomo. Inoltre è portatore di febbre porcina e della mosca tse-tse che provoca la malattia del sonno (TAU).

Il leone (Panthera leo)

Dopo la tigre, il leone è il più grande dei cinque grandi felidi del genere Panthera: alcuni esemplari maschi supera i 250 kg. È ovviamente carnivoro e abita la savana e le praterie, ma può anche adattarsi ad aree cespugliose e alle foreste.

I leoni possiedono un marcato dimorfismo: i maschi sono decisamente più grandi e da adulti presentano la caratteristica criniera che gli ricopre la testa. La loro vita in gruppo però è sostenuta dal lavoro e dallo sforzo delle femmine, che si coordinano per cacciare zebre, gazzelle e antilopi in modo simile a come fanno i lupi. A volte anche i maschi intervengono, quando le prede in questione sono molto grandi, come ad esempio bufali, giraffe o ippopotami. Il più delle volte, però, i leoni maschi si limitano a combattere e tenere distanti nuovi maschi che cercano di entrare nel loro territorio e conquistare le femmine.

Al giorno d'oggi le popolazioni di leoni sono presenti sono nell'Africa Subsahariana a causa della continua riduzione del suo habitat naturale a causa dell'uomo e della caccia di frodo. Gli esemplari che abitavano il Nordafrica e il Medio Oriente sono scomparsi da molti secoli. E pensare che fino al Pleistocene, circa diecimila anni fa, il leone era il secondo grande mammifero più diffuso dopo l'uomo.

Il ghepardo (Acinonyx jubatus)

Altro felide e carnivoro che fa parte della fauna della Savana è il ghepardo, noto per la sua velocità su brevi distanze. Può raggiungere infatti i 93 km/h. Fino agli anni 2000 si pensava che superasse i 110 km/h ma, grazie alle misurazioni effettuate nel 2013 sulla base di nuove tecnologie, si è scoperto che la velocità reale è minore.

I ghepardi hanno alcuni tratti che li rendono diversi dai felidi e più simili ai canidi: ad esempio le lunghe zampe con le estremità strette e cilindriche e le unghie solo parzialmente retrattili. Questo perché con l'evoluzione si sono adattate allo stile di caccia basato sull'inseguimento di prede veloci e leggere, piuttosto che alla sopraffazione fisica. Anche il comportamento parzialmente sociale che possono mostrare questi animali - soprattutto i maschi - si differenzia dalle abitudini solitarie della maggior parte delle specie di felidi.

Snello, dal mantello color giallo dorato ricoperto di piccole macchie nere di forma ovaloide, è un predatore che caccia prevalentemente gazzelle, lepri, antilopi e saiga. Ma l'alimentazione varia molto a seconda della zona in cui vive. In generale si tratta comunque di prede al di sotto dei 40 kg, in quanto il ghepardo raggiunge al massimo i 65 kg di peso.

La tecnica di caccia consiste nell'avvicinarsi alla preda strisciando tra l'erba alta in cui si mimetizza grazie al colore del mantello. Per individuare le prede, il ghepardo si serve della vista piuttosto che dell'olfatto, e spesso preferisce utilizzare punti sopraelevati per avvistare le possibili prede a distanza, piuttosto che attenderle acquattato nell'erba alta. Quando è sufficientemente vicino, scatta all'improvviso nell'inseguimento, che dura al massimo 30 secondi e ha una percentuale di successo del 50%. Se riesce a raggiungere la preda, la abbatte con le zampe anteriori e la soffoca mordendole il collo o la nuca.

Un tempo il ghepardo era diffuso in gran parte dell'Africa e dell'Asia, ma ha subito una drastica riduzione nel corso del 1900 a causa della caccia e della presenza dell'uomo nel suo habitat. Oggi vive in popolazioni poco numerose e frammentate, e solo in aree protette o poco antropizzate. Purtroppo si pensa che il futuro di questo animale che vive nella Savana è a rischio a causa anche dei problemi riproduttivi legati alla scarsa variabilità genetica.

Sai qual'è la differenza tra leopardo e ghepardo? Leggi il nostro articolo di AnimalPedia e fuga i dubbi una volta per tutte.

La mangusta (Herpestidae)

La mangusta africana, o Erpestide, è un piccolo carnivoro che non arriva a pesare un kilogrammo. Ne esistono 34 specie distribuite tra Asia e Africa. Nonostante la sua piccola taglia, è un animale tremendamente valoroso che è capace di intimidire il leone o qualsiasi altro predatore di turno che lo minaccia. E la poca carne di cui è dotato il suo corpo, non vale il rischio di un morso o un graffio che può infettarsi facilmente.

Non teme nemmeno il mamba nero o fronteggiare altri serpenti che vivono nella Savana. E gli scorpioni formano parte della sua dieta. La mangusta vive sotto terra dove scava gallerie e si alimenta principalmente di insetti, ratti, serpenti, termiti, formiche, rane e anche carogne.

Le manguste hanno un corpo allungato e le zampe corte, il muso appuntito e la coda cespugliosa e affusolata. Moltissime manguste sono pezzate o striate ma nessuna è a macchie. Si sono diffuse molto e nessuna specie è in via d'estinzione. La mangusta di Giava, la mangusta gialla e il suricato sono stati perseguitati dall'uomo in quanto portatrici della rabbia. Tuttavia sono ancora piuttosto diffuse. Quella di Giava fu introdotta nelle Indie occidentali nelle Hawaii per limitare l'espansione dei topi nelle piantagioni di canna da zucchero.

La termite (Isoptera)

La termite, o Isottera, fa parte della famiglia degli insetti. Fa parte di quella fauna della Savana che è saprofaga che si nutre di materia organica in decomposizione. In particolare la sua alimentazione si basa su legno di piante viventi, secco, marcio, infiltrato da colonie di batteri o da miceli fungini; foglie, steli, semi, funghi, licheni, manufatti (carta, cartone, ovatta, stoffe di cotone, ecc.) e anche animali morti in decomposizione.

In base alla localizzazione del nido, le termiti sono distinguibili in terricole, lignicole e arboricole. Costruiscono impressionanti strutture di fango dure come la pietra. Alcuni termitidi arrivano a 3 metri e più di altezza e sono gli edifici più complicati che si trovano nel mondo animale. È incredibile tutto ciò, se pensiamo che è un animale lucifugo, ovvero non sopporta la luce ed è praticamente cieco. Alcuni architetti stanno studiando il sistema di ventilazione e conservazione dell'umidità interno di questi speciali nidi, che garantiscono la vita e l'umidità anche quando all'esterno ci sono 40º.

Le colonie di termiti possono arrivare anche a un milione di individui suddivisi in caste che si distinguono in:

  • Riproduttori: Sono coppie di termiti con caratteri sessuali evidenti che fuoriescono dal nido dopo di che perdono le ali e fondano insieme nuove società di cui divengono "re" e "regina".
  • Soldati: sono individui maschi e femmine con caratteri sessuali poco evidenti ma molto più forti e resistenti dei riproduttori. Non sono capaci di alimentarsi da soli e dipendono per il cibo dagli operai. La loro principale funzione è quella di difendere il nido dalle formiche, principali predatori delle termiti, attraverso le forti mandibole e secrezioni tossiche.
  • Operai: sono individui maschi e femmine che provvedono a tutte le necessità della colonia, tranne la riproduzione. In caso di bisogno, ovvero in caso di squilibrio nel rapporto numerico delle varie caste, possono evolversi in soldati.

L'accrescimento delle comunità delle termiti è lento perché dipende dalla fecondità della regina che raggiunge pian piano il suo massimo e poi declina.

Grifone Dorsobianco Africano (Gyps africanus)

Il Grifone Dorsobianco Africano è un altro esempio di saprofago che fa parte della fauna della Savana. È il grande avvoltoio più comune dell'Africa: con un'apertura alare di più di 2 metri, può sollevarsi in volo per ore alla ricerca di carogne. Ha una vista eccellente che gli permette di individuare il cibo a grandi distanze, oppure inseguire altri avvoltoi di cui approfitta per individuare le carcasse. Si nutre soprattutto di muscoli, organi interni e frammenti di ossa. Se la carcassa dell'animale morto è molto grande, come ad esempio quella di un elefante, si possono radunare fino a 200 esemplari.

Il piumaggio del grifone è marrone scuro, la testa nera e il dorso bianco. Il becco è anch'esso nero, robusto e uncinato. A causa di diversi fattori, negli ultimi anni è stato classificato come animale in pericolo critico poiché si è ridotto notevolmente di numero. Nonostante il discreto numero di aree protette in Africa, la conversione in terreni agricoli dell'habitat del grifone, il declino degli ungulati selvatici (quindi una minore disponibilità di carogne), la caccia per l'utilizzo di parti del corpo nella medicina tradizionale, il commercio di animali vivi, i piloni dell'elettricità, la persecuzione e gli avvelenamenti stanno minacciando la vita di questo avvoltoio.

Marabù Africano (Leptoptilos crumenifer)

Senza dubbio il marabù è un altro saprofago fra gli animali che vivono nella Savana. È un uccello di grosse dimensioni, alto circa un metro e mezzo e con un'apertura alare è di circa 3 metri di lunghezza, una delle più grandi in natura. Possiede un lungo becco, grosso e robusto, tipico di una qualunque cicogna, con alla base una sacca rossa lunga anche 35 cm. Grazie al becco può dilaniare la carne delle carcasse di cui si nutre.

Se il marabù è molto sgraziato quando cammina, durante il volo acquista movenze leggere, eleganti e delicate. Vive nell'Africa Subsahariana e in particolare vicino a fonti d'acqua o ai villaggi di pescatori. Si unisce in grandi colonie in cui sceglie il partner che resta sempre lo stesso per tutta la vita. Il corteggiamento consiste nel mostrare la sacca rossa sul collo, sbattere il becco e produrre tipici suoni. Ha imparato a convivere con l'uomo, perciò per il momento non è a rischio di estinzione.

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