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Parassiti intestinali nei gatti: sintomi e cura

Di Mariana Castanheira, Veterinaria di AnimalPedia. 13 dicembre 2017
Parassiti intestinali nei gatti: sintomi e cura

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I parassiti intestinali sono uno dei motivi principali per i quali si porta il gatto dal veterinario, soprattutto se si è appena adottato un cucciolo.

Quelli che comunemente chiamiamo vermi nelle feci del gatto, sono sufficienti per diagnosticare la presenza del problema, ma ci sono alcuni sintomi meno evidenti come pelo ruvido e distensione addominale. La prima domanda che ci si pone è: perché il gatto ha i vermi se ha solo 2 mesi e sta con me da così poco? In questo nuovo articolo di AnimalPedia risponderemo a questa e ad altre domande sui parassiti intestinali nei gatti, sintomi e cura di questa fastidiosa situazione.

Nematodi nel gatto (vermi tondi)

Con il nome di nematodi si fa riferimento a diversi tipi di parassiti intestinali raggruppati insieme che potrebbero essere catalogati come vermi veri e propri dato il loro aspetto. All'interno di questo gruppo, i vermi che colpiscono maggiormente i gatti sono due gli Ascaridi e gli Ancilostomidi.

Nematodi Ascaridi

In questo gruppo troviamo Toxocara cati e Toxascaris leonina, quest'ultimo meno importante in termini di incidenza e sintomatologia. Datoche il Toxocara cati è più frequente, ne parleremo in dettaglio. Si tratta di uno dei parassiti intestinali dei gatti che ha un ha un ciclo biologico diretto, ma molto complicato; fondamentalmente escono le uova e dopo pochi giorni si forma una larva infetta all'interno del gatto (larva in fase lll). Per essere contagiato, un gattino deve ingerire le uova, per cui il procedimento è il seguente: l'uovo si schiude nell'intestino del gatto, la L-lll passa attraverso la parete intestinale e attraverso la circolazione sanguigna raggiunge il fegato e da lì, il polmone.

Si ha una nuova muta allo stadio larvale successivo, e con la tosse, che produce muco e riflesso faringeo, queste larve passano alla bocca e tornare all'intestino tenue. Qui diventeranno adulte e si attaccheranno all'intestino, assumendo direttamente le sostanze nutritive sottraendole al micio, che subisce una perdita di peso.

Non si nutrono di sangue, ma rubano nutrienti all'animale, per cui i sintomi dei vermi nematodi ascaridi nel gatto sono: pelo ruvido, perdita di peso, distensione dell'addome, vomito di vermi arrotolati come molle, diarrea... Se i vertmi tondi del gatto sono molti, possono causare anche l'ostruzione meccanica dell'intestino portando alla morte dell'animale.

Nematodi Ancilostomidi

In questo gruppo di nematodi troviamo gli Ancylostoma tubaeforme e Uncinaria stenocephala. Sono dotati di delle specie di uncini nella bocca e vivono nell'intestino del gatto, ancorandosi saldamente all'intestino tenue per succhiare sangue. Per farlo, rilasciano un anticoagulante e, se ci sono molti parassiti, causeranno un sanguinamento notevole, con conseguente formazione di feci molto scure. I sintomi caratteristici dei parassiti intestinali ancilostomidi sono anemia, debolezza e persino morte se il gattino è stato colpito da un'infestazione grave.

Le dimensioni sono minuscole se si paragonano agli ascaridi (0,5-1,5 cm), e il metodo di trasmissione è trans-mammario (bevendo latte materno), prenatale (nell'utero le larve possono attraversare la placenta, per cui il gattino nascerà infetto, cosa che non accade con il tipo Toxocara cati) e addirittura percutaneo, se per esempio il micio calpesta superfici con larve infette.

Il ciclo biologico è lo stesso dei Toxocara cati, eccetto per il fatto che questi ultimi non attraversano la placenta, e la cura è la stessa. Ancora una volta possiamo trovare ospiti paratenici come roditori, uccelli, vermi, coleotteri... Le uova con larve infette sono leggermente meno resistenti di quelle degli ascaridi nell'ambiente, ma in condizioni di elevata umidità e temperature miti sono stabili.

Parassiti intestinali nei cuccioli di gatto: è possibile?

È poco probabile. In realtà questi ascaridi hanno molte strategie adattative e il caso peggiore è quello in cui le larve infette vengono ingerite da una gatta adulta con un buon sistema immunitario. Le larve infette passano attraverso l'intestino dopo che si schiudono, ma migrano attraverso gli organi del corpo del gatto (larve viscerali): cervello, cuore, fegato, polmoni, muscoli e ghiandole mammarie. Possono rimanervi radicati per anni, in stato latente, se il gatto è dotato di un sistema immunitario resistente. Tuttavia la gestazione e poi il parto possono causare un abbassamento delle difese, per cui le larve si "sveglino", e possono passare dalla ghiandola mammaria al gattino attraverso l'allattamento. Una volta nel gatto, non hanno bisogno di andare oltre tutto il procedimento che abbiamo spiegato per diventare adulti, ma da larve IV passano allo stadio adulto, perciò il gattino avrà parassiti attivi di notevole lunghezza (da 3 a 15 cm) a sole 3 settimane di età, solo perché è stato allattato.

L' istinto cacciatore dei gatti li rende costantemente esposti a prendere questi parassiti, poiché possono ingerire roditori o persino vermi che a loro volta avevano ingerito uova con larve infette. Le larve usano la stessa strategia in altri come i roditori migrando verso il muscolo e altri organi, nell'attesa che un gatto ingerisca il roditore per completare il suo ciclo. Il roditore agisce, in questo caso, come "ospite paratenico", il ciclo si interrompe in lui poiché funge da veicolo. Inoltre, le uova ascaridi sono abbastanza resistenti all'ambiente, essendo in grado di rimanere stabili per mesi se ci sono condizioni di umidità e temperatura accettabili. I suoli porosi sono ideali per la loro proliferazione (ad esempio la sabbia).

Trattamento dei nematodi nel gatto

Esistono dei farmaci specifici per i parassiti intestinali del gatto, come la milbemicina oxima sotto forma di pillola, prodotto ideale per gli adulti, o anche la selamemicina (sotto forma di pipetta), ma nei gattini che hanno un'età compresa tra 3 settimane e 3 mesi, l'ideale è ricorrere a albendazolo o fenbendazolo per alcuni giorni, poiché un'azione più lenta ma sicura che li libera piano piano dei parassiti e non ostruisce l'intestino.

L'ideale è svolgere un trattamento antiparassitario ogni due settimane da quando hanno 3 settimane fino a 3 mesi, e ogni mese fino all'età di 6 mesi. I sali di pirantel pomato o febantel sono un po' meno efficaci, ma nelle dosi adeguate possono essere una soluzione per combattere gli ascaridi.

L' ideale sarebbe quello di continuare ad effettuare i trattamenti antiparassitari ogni tre mesi da quando il gattino compie 6 mesi, o più regolarmente se in casa ci sono bambini e se il gatto va all'aperto quando vuole. Il veterinario potrà consigliarti anche di effettuare esami specifici delle feci di tanto in tanto ed effettuare il trattamento se vede uova di ascaridi.

I vermi intestinali del gatti sono contagiosi per l'uomo?

Toxocara cati e canis possono causare un'infezione negli esseri umani se si ingeriscono accidentalmente uova con larve infette, provocando una larva viscerale migrante, che può raggiungere l'occhio. E' necessario fare attenzione se ci sono bambini e seguire correttamente i trattamenti antiparassitari per prevenire una situazione del genere.

Parassiti intestinali nei gatti: sintomi e cura - Nematodi nel gatto (vermi tondi)

Cestodi nei gatti (vermi piatti)

Tra i tipi di vermi che possono infestare i gatti, un altro tipo di famiglia di parassiti intestinali dei gatti è quella dei cestodi. Di seguito riporteremo brevemente i più importanti:

Tenia del cane (Dipilydium caninum)

Questo cestode ha bisogno di un ospite intermedio per completare il suo ciclo di vita (indiretto) e normalmente vengono scelte le pulci ma anche i pidocchi. Bisogna sottolineare che non causa sintomi gravi se non proglottide gravida nelle feci dell'animale o prurito anale. Viene trattato con praziquantel, poiché è necessario eliminare gli ospiti intermedi.

Tenia nel gatto

Taenia taeniformes è il più importante, è un altro cestode che può infestare il gatto se dovesse ingerire ospiti intermedi infetti, in questo caso roditori. Di solito non dà sintomi, ma se dovessero comparire si tratta di prurito nell'ano, distensione addominale, pelo opaco o diradato... E naturalmente l'osservazione della proglottiee gravida nelle feci.

Genere Echinococco

L'Echinococcus granulosus è raro nei gatti, ma è interessante menzionarlo poiché è responsabile di una nota malattia nell'uomo, la cisti idatidea. Il gatto, tuttavia, è un ospite molto improbabile, sono stati registrati pochissimi casi, e gli ospiti più frequenti sono cani e volpi.

Trattamenti antiparassitari regolari con praziquantel e il controllo degli ospiti intermedi sono misure sufficienti pere tenere sotto controllo l'infestazione di cestodi. I cestodi come la tenia del cane possono colpire l'uomo se ingerisce accidentalmente ospiti intermedi, come pulci o pidocchi nel caso di bambini.

Parassiti intestinali nei gatti: sintomi e cura - Cestodi nei gatti (vermi piatti)

Parassiti microscopici nei gatti

Ci sono altri parassiti che possono colpire i gatti, in particolar modo se vivono in colonie (allevamenti, rifugi o gattili, per esempio). I parassiti intestinali dei gatti di questo tipo maggiormente degni di nota sono i protozoi, tra i quali riteniamo importante sottolineare:

Giardia

La giardiasi nel gatto è causata da un protozoo flagellato che provoca alcuni sintomi, dei quali il principale è la diarrea intermittente, con muco e sangue fresco. Può essere anche asintomatica e il gatto può godere di buona salute generale.

Il parassita si trova in ambienti umidi e il contagio avviene per via orale-fecale, per cui l'igiene, la pulizia e il mantenimento corretto delle zone in cui vive il gatto sono aspetti fondamentali. La terapia consiste nell'applicare fenbendazolo per cinque giorni o usare metronidazolo per un periodo di tempo leggermente più lungo. Quest'ultimo è un antibiotico con azione antiprotozoica.

Coccidi Apicomplexa

Sono un altro tipo di protozoi, come quelli responsabili della giardiasi, ma senza flagello. Tra i coccidicidi troviamo il genere Isospora spp che colpisce principalmente i giovani gattini nelle colonie di gatti, provocando diarrea giallastra, ritardo nella crescita, manto ruvido e opaco, distensione addominale....

Le condizioni gravi di solito sono dovute alla coinfezione con dei batteri, e sono comuni delle infezioni asintomatiche autolimitanti. vengono diagnosticati mediante uno studio sulle feci, ma sono comuni i falsi negativi. La terapia consiste in sulfamidici (antibiotici con azione antiprotozoica) o diclazuril o toltrazuril.

Toxoplasma

Il genere toxoplasma ha come suo unico rappresentante Toxoplasma gondii, un altro tipo di coccide, purtroppo abbastanza conosciuto. Il gatto e gli altri felini sono gli unici ospiti definitivi del parassita (è nel gatto, infatti, che ha luogo la riproduzione). Il felino viene contagiato dal consumo di carne (in particolare di roditori) proveniente da serbatoi infettati dalle oocisti del parassita.

Anche se lo abbiamo incluso all'interno dei parassiti intestinali del gatto, bisogna specificare che può causare sintomi molto diversi, di solito non acuti: anoressia, febbre, apatia, sintomi neurologici, lesioni agli occhi, dispnea... Sintomi lievi, intermittenti e che spesso possono confondere il padrone. L'infezione in utero di solito è letale. Più spesso la coinfezione con il virus della leucemia o della FIV del gatto dà luogo al quadro dei sintomi della toxoplasmosi.

La terapia corretta consiste in clindamicina per 4 settimane, due volte al giorno, ma le ricadute sono comuni. La diagnosi mediante l'analisi delle feci non è molto precisa perché un gatto infetto si libera delle uova (oocisti) in modo intermittente, per cui è opportuno svolgere delle analisi del sangue per verificare la presenza di anticorpi.

Assicurarsi che il gatto non mangi carne cruda o che mangi roditori infetti sono i modi principali per evitare il contagio di questi vermi intestinali nel gatto. È raro che il contagio avvenga mediante l'ingestione di oocisti sporulate nell'ambiente (il contagio negli esseri umani, per esempio, avviene se non si lavano le verdure), in quanto si trovano nelle feci di altri gatti, e i felini non tendono a soffrire di coprofagia.

Visite regolari al veterinario sono essenziali per sapere se il gatto ha la toxoplasmosi: è importante controllare che il gatto non ce l'abbia se in casa c'è una donna incinta in quanto può colpire il feto. Tuttavia, se non si toccano le feci, è molto difficile prendere questa malattia.

Prevenzione contro i parassiti microscopici

È molto importante formare in maniera corretta chi lavora in ambienti in cui ci sono molti gatti perché adottare le giuste misure di pulizia e disinfezione sono aspetti fondamentali per evitare il contagio dei parassiti intestinali nei gatti. Infatti, i gattini che vengono curati possono continuare a eliminare oociti anche una volta terminato l'episodio diarroico, causando una nuova epidemia.

Cosa fare se il gatto ha parassiti intestinali?

Ora che ne sai di più sui parassiti intestinali nel gatto, sintomi e cura, avrai capito quanto sono importanti i trattamenti antiparassitari. Se sospetti che il tuo gatto abbia un'infestazione di parassiti, portalo subito dal veterinario per sapere cos'ha e come curarlo.

Questo articolo è puramente informativo, da AnimalPedia non abbiamo la facoltà di prescrivere trattamenti veterinari né realizzare alcun tipo di diagnosi. Ti invitiamo a portare il tuo animale domestico dal veterinario nel caso in cui presenti qualsiasi tipo di malessere o fastidio.

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1 commento
INGER MARGARETA LUNDAHL
HO UN GATTO MASCHIO 18 ANNI QUASI. DA UN ANNO PERDE PESO ED DA 6 KG ORA NE PESA 3.RESPIRA MALE CON RUMORE E VOMITA TUTTE LE NOTTE. LE ANALISI SONO BUONE, è STATO CURATO X IPOTIRROIDISMO MA NON ERA QUELLO IL PROBLEMA.HA FATTO ANCHE ECOGRAFIA E SI VEDE IL PANCREAS GONFIATO.HA SEMPRE FAME E MANGIA TANTO MA PERDE PESO.ORA IL VETERINARIO DICE CHE è TROPPO ANZIANO PER FARE UN EVENTUALE TAC. AIUTAECI PER FAVORE,ULTIMO STAVO PENSANDO AD UN VERME SOLITARIO .
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