Insetti velenosi in Italia
Quando si parla di insetti velenosi la fantasia si mette immediatamente in moto, portando la nostra mente ad immaginare insetti pericolosi o mortali di qualsiasi tipologia, forma e colore. Libri, cinema, social network, tutti portano esempi delle più svariate forme di vita classificandole come “insetti”, purché siano normalmente di piccole dimensioni, con un numero indefinito di zampe, presenza di antenne ed un corpo diviso in più parti… ovviamente devono poi essere pericolosi (per chi?) pungendo o “mordendo” (come se un insetto possedesse mandibole e mascelle!).
La confusione è tanta, quindi è necessario approcciare l’argomento da un punto di vista più scientifico. A questo scopo, in quest’articolo di Animalpedia condividiamo con voi una lista degli insetti pericolosi (e velenosi) presenti in Italia.
Caratteristiche degli insetti
Gli insetti appartengono al phylum degli artropodi, animali che comprendono oltre l’80% di tutte le specie viventi sulla Terra ma che, nonostante questo, possiedono molte caratteristiche in comune:
- Hanno il corpo diviso in metameri (segmenti in cui è ripartito il corpo) con appendici articolate per diversi scopi, come movimento, nuoto, caccia, difesa, volo.
- Sono dotati di un esoscheletro (che li riveste e sostiene) composto da chitina.
- Vanno incontro a un processo chiamato muta: il rigido esoscheletro impedisce l’accrescimento dell’animale, che quindi dovrà sostituirlo nel tempo con uno più grande.
- Possiedono un sistema nervoso complesso e con organi di senso ben sviluppati.
Negli artropodi sono raggruppati: crostacei, miriapodi (centopiedi e millepiedi), aracnidi (ragni, scorpioni, zecche, acari) e insetti.
Gli insetti hanno il corpo diviso in capo, torace e addome. Sul capo sono presenti occhi, apparato boccale e antenne, sul torace sei zampe (sono detti esapodi dal greco Hexapoda, con sei zampe) e fino a un paio di ali, mentre l’addome non presenta zampe, ma è dotato di stigmi laterali per la respirazione (si collegano a trachee interne).
Quando si utilizza il termine “velenoso”, invece, è necessario chiarire a chi ci si stia riferendo: velenoso per chi? per l'uomo o per altri animali? Fatta chiarezza su questi due punti possiamo entrare nel vivo della nostra trattazione, ovvero osservare più da vicino quali sono gli insetti pericolosi e velenosi in Italia.
Come potrete notare, questi sono veramente pochi quelli presenti nel nostro territorio a causa del cambiamento climatico (aumento della temperatura media globale) o a causa antropica (spostamenti non voluti di specie animali e vegetali).
Calabrone (Vespa crabro)
Iniziamo con il primo nella lista degli insetti velenosi in Italia. Stiamo parlando del comune calabrone europeo, di dimensioni che possono variare tra i 2.5 ed i 3.5 cm e che può infliggere punture molto dolorose. Questa specie viene spesso confusa con la Vespa orientalis (dalla quale differisce per la livrea bruna-rossiccia con una banda gialla sull'addome), ma la più grande disinformazione deriva dall’associazione con la Vespa velutina, anche conosciuta come "vespa aliena" e invasiva con sporadiche segnalazioni in Italia, e la Vespa mandarina, mai realmente segnalata in Italia ed in Europa.
La pericolosità del calabrone è legata al suo veleno (enzimi che possono danneggiare i tessuti e provocare reazioni allergiche) e che causa dolore, rossore e gonfiore. Possono alzarsi in volo ronzando ed apparendo minacciosi verso chi si avvicina, ma normalmente rimangono indifferenti se non disturbati. Diverso è il discorso per l’apicoltura, essendo gli alveari dei facili obiettivi.
Zanzare tigre (Aedes albopictus)
Più che velenosa, quando si parla di zanzara tigre si fa riferimento alla sua potenziale pericolosità per l'uomo. Giunta involontariamente in Texas nel 1986 attraverso l’importazione di un carico di pneumatici, da lì si è rapidamente diffusa nella maggior parte degli Stati Uniti prima che il suo areale si estendesse anche all’Europa per via dei commerci su lunga distanza.
Il successo nello stabilirsi di questa specie è principalmente dovuto alla capacità di adattamento alle condizioni locali, la sua abilità nel riprodursi in diversi contesti e ambienti (dalle originarie cavità dagli alberi o nelle rocce, a pneumatici, tombini e laddove ci siano ristagni di acqua) e la sua abilità nel nutrirsi del sangue di diversi ospiti quali mammiferi e uccelli.
Inoltre possiede la capacità di nutrirsi di giorno e un comportamento molto più aggressivo delle zanzare del genere Culex. Si tratta di un insetto pericoloso per l’uomo visto che può essere vettore di alcune malattie pericolose per la salute, essendo un importante vettore della febbre gialla, della dengue e di altri arbovirus. Si pensa che la zanzara tigre possa anche essere stata vettore dell’encefalite equina negli Stai Uniti orientali che causò a più riprese il decesso degli stessi cavalli e di molte persone.
Se volete saperne di più sulle zanzare, non perdetevi quest'articolo di AnimalPedia sui tipi di zanzare.
Pappataci (Phlebotomus spp.)
I pappataci, detti anche flebotomi, sono ditteri ematofagi capaci di trasmettere diverse malattie a seguito delle loro punture. A differenza delle zanzare (ditteri anche loro), non emettono il classico ronzio quando si avvicinano all’animale dal quale intendono cibarsi, e questo li rende più difficili da individuare.
Come le loro cugine, anche in questo caso sono insetti pericolosi per l’uomo a causa della loro puntura, non velenosa, ma che può veicolare diversi parassiti, virus e batteri. La patologia più conosciuta (anche perché può colpire altri animali) è la leishmaniosi scatenata da protozoi che entrano in circolo nei pappataci quando pungono un altro animale infetto.
Una volta trasmessi possono causare lesioni alla cute e mucose, arrivando fino ad organi ed apparati. Da non sottovalutare è anche la “febbre dei pappataci”, causata da un virus e con sintomi simili a quelli dell’influenza, e le encefaliti scatenate dal virus Toscana (chiamato così perché isolato per la prima volta nell’omonima regione italiana).
Processionaria (Thaumetopoea spp.)
Con l'aumentare delle temperature primaverili, si fa sempre più concreta la possibilità di incontrare le cosiddette “processionarie”. Appartenenti al gruppo dei Notodontidae, le fasi larvali (bruchi) di alcune specie di lepidotteri, sono ricoperti di peli o spine che li rendono bocconi sgradevoli per uccelli e piccoli mammiferi, mentre altri sono dotati di peli velenosi o urticanti che provocano irritazioni se maneggiati o respirati.
Si conoscono cinque diverse specie di processionaria, ma quelle più comuni in Italia sono legate alle querce ed i pini. I bruchi di questi lepidotteri costruiscono i loro nidi (bozzoli di seta) direttamente sulle foglie degli alberi di cui si cibano, arrecandovi gravi danni prima di scendere a terra e spostarsi in fila indiana, da cui deriva il loro nome di “processionarie", verso la prossima pianta da defogliare.
La loro pericolosità per l’uomo e per altri animali è data dalle setole urticanti che li ricoprono, molto volatili in ambiente e che possono provocare forti reazioni allergiche. Se inalate (pensiamo ai nostri cani quando siamo a passeggio) causano difficoltà respiratorie, se ingerite nausea e forti dolori addominali. Meglio allora tenersi alla larga!
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