Perché si è estinto il Megalodonte?
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Dobbiamo fare un grande balzo indietro nel tempo per trovare il Melagolodonte vivo nelle acque della Terra, questo enorme pesce predatore visse infatti tra i 25 ed i 2 milioni di anni fa, tra l'Oligocene ed il Pliocene. Il Megalodonte (Otodus megalodon) è probabilmente il predatore di maggiori dimensioni mai esistito, una specie di squalo gigante con abitudini simili allo squalo bianco attuale (Carcharodon carcharias).
L'etimologia della parola Megalodonte significa dente molto grande, ed infatti pare avesse delle fauci impressionanti. Ma allora perché questo spaventoso paleo-squalo si è estinto? In questo articolo ci occuperemo di questa ed altre curiosità che circondano il Megalodonte.
I denti del Megalodonte
Una caratteristica sorprendente che riguarda gli squali è che i loro denti sono organizzati per file, e mentre quelli più vecchi, verso l'esterno cadono, se ne formano nuove file dietro di essi, passando ad occupare un posto più frontale. Uno squalo durante l'arco della sua vita può arrivare a cambiare tra i 20 ed i 30.000 denti. Va osservato però che gli squali sono animali dallo scheletro cartilaginoso e non hanno ossa.
I denti sono importanti per parlare del Megalodonte, perché la ricostruzione di questo animale si è fatta a proprio a partire dai fossili dei suoi denti!
Il Megalodonte è estinto da circa due milioni di anni, e l'unico modo di averne tracce sono i resti fossili. È molto difficile che le cartilagini si fossilizzino, invece i denti degli squali si fossilizzano con grande facilità. Si sono ritrovati resti fossili dei denti di Megalodonte fin dagli albori delle civiltà, ma si è ipotizzato cosa fossero solo attorno al 1667.
Il registro fossile riguardante il Megalodonte può contare con denti, alcune parti centrali delle vertebre e coproliti, cioè feci fossilizzate; a partire da questi dati si è ricostruito il suo aspetto, le sue abitudini e le ragioni per cui si estinse.
I denti fossilizzati di Megalodonte misurano 18 cm di lunghezza e 17 cm di circonferenza. Il numero totale di denti presenti nella mandibola di un esemplare di Megalodonte erano circa 250 e si distribuivano su 5 file. Le stime sulle caratteristiche fisiche di questo predatori si elaborano a partire appunto dai resti fossili e da comparazioni con lo squalo bianco attuale.
È veramente sorprendente la quantità di informazioni che si possono trarre semplicemente dai fossili di dente di una animale. Il lavoro del paleontologo è ricreare la vita del passato a partire da indizi e resti che sono arrivati fino al nostro tempo. Continuate a leggere e scoprirete di più su questo spaventoso predatore estinto.
Lo squalo Megalodonte e le sue caratteristiche
Lo squalo Megalodonte appartiene alla grande famiglia dei lamniformi, cui appartengono le specie più conosciute di squali viventi (squalo bianco) e all'interno della famiglia degli otodontidi, ormai totalmente estinti.
Aspetto del Megalodonte
I denti del Megalodonte avevano una serie di pori sulla superficie della radice, dove entravano i vasi sanguigni per fornire di nutrimento il dente che si stava formando. Ciò ci suggerisce che il sistema nutrizionale di questo animale era complesso, e concorda con quello di uno squalo di grandi dimensioni con alte esigenze caloriche e nutritive che utilizzava anche per rimpiazzare i suoi denti con grande frequenza.
A partire da questo dato si intuisce che si trattava di uno squalo grande ed aggressivo, che si alimentava di prede a loro volta di grandi dimensioni, ed aveva un metabolismo veloce. I modelli attuali, realizzati a partire dallo squalo bianco odierno, indicano che il Megadolonte era uno pesce veloce, che poteva nuotare a 55 km/h! Si tratta di una velocità molto superiore agli squali attuali che arrivano a 35 km/h.
Alimentazione del Megalodonte
Si sono ritrovate molte vertebre ed ossa fossilizzate con segni di morsi dei denti di Megalodonte. Queste prove aiutarono a conoscere quale fosse la dieta di questi predatori preistorici, composta da una varietà di prede tra cui cetacei di diverse dimensioni, foche, tartarughe marine e pesci. Tuttavia a causa delle grandi dimensioni si pensa che il grosso della sua dieta fosse composto da balene.
I fossili di osso di balena sono stati trovati con segni che calzano alla perfezione con quelli che avrebbero lasciato dei morsi di Megalodonte; tali tracce si trovarono soprattutto su vertebre di balene dell'ordine Cetoteridae (attualmente quasi estinte salvo per la balena franca pigmea), nella cui caccia era specializzato.
Vita del Megalodonte
Otodus megalodon come detto fece la sua comparsa circa 25 milioni di anni fa, per poi scomparire due milioni di anni fa. Esistette quindi per circa 23 milioni di anni, dagli inizi del Miocene fino al Pliocene.
Al contrario di quel che si potrebbe ingenuamente pensare questi giganti del mare non vissero nello stesso periodo dei dinosauri, che si estinsero molto prima, circa 60 milioni di anni fa.
Sono stati ritrovati denti di Megalodonte in tutti i continenti, e si pensa che abitasse latitudini sub-tropicali, temperate e principalmente in acque relativamente fredde. A causa delle grandi dimensioni gli esemplari adulti non vivevano nelle acque calde vicino alla costa, ma in quelle più profonde.
Gli esemplari giovani invece vivevano in acque basse e calde. In questi habitat riuscivano ad ottenere abbastanza cibo per sfamarsi, ed inoltre, visto che si crede che i Megalodonti fossero cannibali e attaccassero gli esemplari giovani, questa era una maniera per loro di mantenersi separati ed al sicuro dagli esemplari più grandi.
Dimensioni di un Megalodonte
Le forme e dimensioni di questo predatore sono state ricostruite come detto a partire dai fossili di denti e prendendo come modello lo squalo bianco attuale. Si pensa quindi che il Megalodonte fosse lungo circa 24 metri. Ma successivamente questo calcolo venne scoperto erroneo perché partiva dalle dimensioni di una mandibola ricostruita utilizzando solo i denti più grandi mai trovati.
Successivamente ci si rese conto che il Megalodonte possedeva denti di dimensioni variabili contemporaneamente. Questa ipotetica mandibola aveva il diametro di 2 metri.
Peso del Megalodonte
Studi più recenti suggeriscono che le dimensioni del Megalodonte erano di circa 15-18 metri ed il suo peso si aggirava attorno alle 50 tonnellate.
Come termine di paragone potete pensare che lo squalo bianco, uno dei predatori più terribili che popolano i nostri mari, misura dai 4 ai 6 metri, mentre la balenottera azzurra è lunga 25 metri.
Quando si è estinto il Megalodonte
Anche se esistono casi di persone che dichiarano di aver avvistato un Megalodonte oggigiorno, si tratta di notizie sensazionalistiche che lasciano il tempo che trovano. Esiste infatti consenso nella comunità scientifica circa l'estinzione del Megalodonte.
Si sono ritrovati denti di Megalodonte in Messico che datano 11 mila anni, ma non sono considerati attendibili dagli scienziati. Il registro fossile più recente circa fossili di Megalodonte data 2 milioni di anni.
Se vi affascina l'argomento potete leggere anche il nostro articolo di AnimalPedia 'Animali marini preistorici'
Perché si è estinto il Megalodonte
Anche se il Megalodonte era uno dei massimi predatori dell'ecosistema del suo tempo, aveva altri competitori. Durante gli ultimi due milioni di anni della loro presenza sulla terra i Megalodonti convissero con gli attuali squali bianchi. Questi ultimi sono molto più piccoli dei Megalodonti adulti, ma possono invece competere e scontrarsi con gli esemplari più giovani, che avevano più o meno le loro dimensioni.
Tuttavia si pensa che il problema del Megalodonte non fosse quello delle dimensioni ma di avere animali in competizione con loro con un'intelligenza e quindi un'organizzazione superiore alla loro. Le orche si stavano evolvendo, ed il loro lavoro di squadra permette loro di catturare pesci grandi o grossi banchi di pesce.
Altri animali di grandi dimensioni con cui si scontravano per il reperimento di cibo sono le megattere, che già esistevano in quel mentre. Le megattere pescano in gruppo, avvicinandosi dal basso alle prede e utilizzando degli schermi di bolle d'aria per confonderle. In questo modo si avvicinano al banco con la bocca aperta e lo inghiottono in un sol colpo.
Nel periodo in cui visse il Megalodonte esisteva una varietà molto superiore di balene rispetto ad oggi, cosa che creava un'inevitabile competizione per il cibo. Un cambio nel sistema delle correnti avvenuto attorno a quel periodo diminuì la quantità di pesce disponibile, visto che le correnti traggono acqua ricca alla superficie alimentando la catena trofica. Questa serie di circostanze aumentò la competizione ed il Megalodonte, il più grande tra i predatori, dovette soccombere proprio a causa della sua enorme necessità di cibo rispetto ad altre specie più piccole.
Anche il raffreddamento registratosi pregiudicò il Megalodonte, i mari si abbassarono aumentando la loro salinità e diminuendo di temperatura.
Ora che conoscete la storia del Megalodonte forse volete conoscere quali sono gli animali marini più grandi al mondo.
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- Sharp, G. (2012) Prehistoric Predators: Monster Shark. National Geografic.
- Shimada, K. (2019) The size of the megatooth shark, Otodus megalodon (Lamniformes: Otodontidae), revisited. Historical Biology.