Curiosità sul mondo animale

Organismi bioindicatori: Definizione, tipi ed esempi

 
Giovanni Rizzo
Di Giovanni Rizzo. 20 giugno 2020
Organismi bioindicatori: Definizione, tipi ed esempi

Analizzare lo stato ambientale non è un compito facile ed è importante più che mai per poter conservare l'ambiente naturale. In molti casi, gli studi che si incaricano di ció utilizzano diversi fattori ambientali ed ecologici che servono per conoscerne la situazione di salute e quindi sapere la qualità dell'ambiente, cosí come i cambi che può soffrire.

Un esempio di questo è l'uso di specie animali e vegetali che servono come strumenti, molto efficaci, per stabilire lo stato ecologico di un ambiente specifico. In questo articolo di AnimalPedia parleremo appunto di questi organismi bioindicatori. Scopriremo cosa sono, quali diversi tipi ne esistono e ci soffermeremo su alcuni esempi.

Sommario

  1. Cosa sono i bioindicatori
  2. A cosa servono le specie indicatrici
  3. Indicatori aerei
  4. Bioindicatori dell'acqua
  5. Bioindicatori della terra
  6. Classificazione dei bioindicatori
  7. Scarabei
  8. Uccelli
  9. Nutrie

Cosa sono i bioindicatori

I bioindicatori sono organismi che contengono parte dell'informazione ambientale che li circonda, e, come detto, possono appartenere alla fauna come alla flora. Questi organismi riflettono lo stato biotico dell'ambiente in cui vivono, possono fornirci una prova dell'impatto del cambio ambientale in un habitat, in una comunità o in un ecosistema. Inoltre eventuali differenze da altre specie ci indicano i cambi che hanno sviluppato per poter sopravvivere.

Caratteristiche

Queste sono le principal caratteristiche che debbono avere gli organismi bioindicatori:

  • Sensibili al loro mezzo
  • Abbondanti e numerosi
  • Facili da identificare

Per selezionare ed analizzare una specie biondicatrice, si deve conoscere a fondo la sua ecologia, il modo di vita. Inoltre la specie in questione deve avere un'ampia distribuzione geografica, e deve anche potersi differenziare tra cicli naturali e antropogenici.

A cosa servono le specie indicatrici

L'importanza di utilizzare questi organismi come strumento per misurare lo stato naturale di un'area ed eventuali cambi e mutamenti, si deve a varie ragioni:

  • Valutare l'impatto dell'attività umana: danno la possibilità di valutare l'impatto dell'attività umana in un ambiente specifico.
  • Rivelano cambi ambientali: d'altro canto sono importanti perché alcune di queste specie indicatrici ci consentono di accorgerci in anticipo di eventuali cambi climatici o ambientali in una zona di osservazione e quindi poter reagire prima.
  • Misurano eventuali effetti tossici: gli indicatori permettono di monitorare la progressione di eventuali sostanze tossiche che sono difficili da percepire direttamente nell'ambiente naturale.
  • Valutare la quantità di una determinata specie o la varietà di esse: sono utili appunto per misurare la quantità di esemplari in un determinato ambiente, cosa che spesso è complicata dalla presenza di molte specie contemporaneamente, come nel caso dei Tropici.

Ovviamente a volte tale calcolo può risultare difficile perché non sempre lo stato di una determinata specie è rappresentativo di quello dell'intero habitat da cui è stato estrapolato.

Indicatori aerei

Così come suggerisce il loro nome queste sono specie mediante le quali possiamo valutare lo stato e la qualità dell'aria. Essi sono:

  • Licheni: questi organismi, che molte volte vengono confusi con le piante, in realtà sono il prodotti della simbiosi tra un fungo ed un'alga fotosintetica. Sono usati come indicatori per la misurazione del livello di idrocarburi, acidi ed altre sostanze tossiche che si trovano nell'aria, grazie all'accumulazione di tali sostanze nei loro tessuti. Questi organismi sono utilizzati come bioindicatori dell'aria in molti paesi del mondo.
  • Api: questi insetti (ed il miele che producono) sono bioindicatori dello stato di contaminazione dell'aria urbana. Ció avviene grazie alla struttura delle loro zampe che possono trattenere particelle di aria e in questo modo verificare le sostanze tossiche in essa contenute, come ad esempio pesticidi, metalli pesanti o anche la presenza di agenti radioattivi.
  • Gechi e salamandre: le specie della famiglia Diplodactylus sono sensibili all'inquinamento dell'aria dovuta all'anidride solforosa e ad altre emissioni di gas industriali. L'inquinamento atmosferico incide in maniera negativa sull'abbondanza e sulla fecondità delle specie animali presenti nella'ambiente come ad esempio Diplodactylus conspicillatus e Rhynchoedura ornata, presenti in Australia.

Bioindicatori dell'acqua

Tra i bioindicatori dell'acqua troviamo:

  • Insetti: invertebrati plecotteri come le mosche della pietra sono sensibili alle basse concentrazioni di ossigeno nell'acqua, e quindi, soprattutto nella loro prima fase di vita servono come bioindicatori della qualità dell'acqua. Anche alcune specie di emitteri o rincoti come i corissidi ad esempio sono buoni indicatori della salinità dell'acqua, come anche alla presenza di saponi e detergenti. I tricotteri che vivono solo in acque molto pulite, cosí come gli efemerotteri che sono anch'essi utili per stabilire la qualità dell'acqua.
  • Anfibi: certe specie di rane e salamandre sono ottimi indicatori della qualità dell'ambiente, visto che sono animali molto sensibili alla siccità ed all'inquinamento. Dato che la loro pelle è permeabile, possono accumulare sostanze tossiche come fungicidi, fertilizzanti ed insetticidi che possono cosí essere individuati e misurati..
  • Pesci: la presenza di almeno un 5% specie di pesci carnivori come i piraña ad esempio, indicano un ambiente acquatico sano. Altre specie come i salmoni e le trote ed anche le corvine abitano di solito in acque con alti livelli di ossigeno, e quindi sono bioindicatori della buona qualità dell'acqua.

Bioindicatori della terra

Alcuni dei migliori indicatori per la terra sono:

  • Collemboli: questi invertebrati che vivono sotto terra sono utili per misurare la qualità del suolo visto che rilevano la presenza di idrocarburi in esso. La loro presenza in zone altamente contaminate da benzopireni, naftalene e crisene, tra gli altri viene minacciata. La stessa cosa accade con altri invertebrati come ditteri, ragni e formiche.
  • Acari: si tratta di invertebrati molto sensibili alle condizioni del terreno dove vivono, per cui sono degli eccellenti indicatori dello stato di salute del suolo che abitano, possono inoltre dare informazione sulla presenza di pesticidi. Questi animali abbondano in terreni ricchi di materia organica, mentre diminuiscono se la terra è povera di sostanze o inquinata.
  • Funghi: questi organismi che naturalmente sono parte del terreno, immagazzinano nei loro tessuti sostanze radioattive che danneggiano l'ambiente circostante. Trattandosi di una fonte di cibo anche per l'uomo, accorgersi della presenza di tali sostanze tossiche è di vitale importanza. Di fatto diversi studi sulla qualità del terreno utilizzano i funghi per misurare le sostanze inquinanti.

 

Classificazione dei bioindicatori

Oltre alla suddivisione menzionata in precedenza a seconda dell'ambiente, esiste anche un classificazione scientificamente più precisa che suddivide i bioindicatori nelle seguenti classi:

  • Bioindicadori ambientali
  • Bioindicadori ecologici
  • Bioindicadori di biodiversità

La divisione basica è che gli indicatori ambientali ed ecologici si utilizzano per scoprire cambiamenti nell'ambiente, mentre gli indicatori di biodiversità riflettono il grado di diversità del bioma globale (un bioma è un'ampia porzione di biosfera, individuata e classificata in base al tipo di vegetazione dominante, se terrestre, o alla fauna prevalente, se acquatica). Tuttavia, queste categorie non si escludono simultaneamente, infatti alcune specie che rispondono ai cambi ambientali possono anche riflettere la diversità o la risposta di altre specie. A continuazione vedremo 3 esempi pratici.

Scarabei

Gli scarabei sono stati utilizzati con successo in diversi tipi di studio sugli indicatori. La maggior parte di essi sono focalizzati sulla risposta della specie alle condizioni ambientali mutevoli, come ad esempio la frammentazione dei boschi. Oltre a questo gli scarabei sono anche utili per studi sull'ecologia urbana, la classificazione dei tipi di habitat e una valutazione della qualità del luogo.

Altri coleotteri della famiglia dei Tenebrionidae sono buoni bioindicatori del terreno e danno l'allarme sulla desertificazione, visto che sono specie che si adattano ad ambienti aridi. Sono quindi usati per capire se la zona sta soffrendo un degrado ambientale elevato.

Organismi bioindicatori: Definizione, tipi ed esempi - Scarabei

Uccelli

Alcune specie di uccelli acquatici sono stati utilizzati come bioindicatori dell'inquinamento da metalli pesanti come il piombo, il cadmio e l'arsenico, in ambienti umidi. Visto che questi uccelli si alimentano in questo habitat, consumano queste sostanze insieme al loro cibo e ne rimane traccia.

Altre specie di uccelli come alcuni tipi di pinguini presentano caratteristiche utili per monitorare i livelli di inquinamento. Questo perché sono specie longeve che sono in cima alla catena trofica, e servono quindi a determinare la concentrazione di sostanze tossiche e plastiche attraverso l'analisi del contenuto del loro stomaco.

Organismi bioindicatori: Definizione, tipi ed esempi - Uccelli

Nutrie

Questi animali della familia dei mustelidi (Mustelidae) sono buoni indicatori dello stato e della qualità dei fiumi e dei laghi dove vivono. Questo perché una volta che il cibo e le specie di cui si cibano diminuiscono, le nutrie se ne vanno. Oggi si considera che la presenza delle nutrie indichi una buona qualità dell'acqua.

Organismi bioindicatori: Definizione, tipi ed esempi - Nutrie

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