Gatto avvelenato: sintomi e cosa fare
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Curiosi e cauteli, i gatti possono comunque cadere vittima di attacchi o commettere errori che li possono portare a ingerire involontariamente sostanze tossiche o ad essere attaccati da animali velenosi.
Se hai un gatto o pensi di adottarne uno, leggi il nostro articolo di Animalpedia su Gatto avvelenato: sintomi e cosa fare. L'avvelenamento del gatto è un tema molto delicato su cui è importante informarsi bene per prevenire eventuali intossicazioni e sapere come salvare un gatto avvelenato. È bene ricordare che quando si tratta di casi di avvelenamento, il tempo è oro. Per le stesse ragioni ti invitiamo a leggere quali sono le 10 cose che possono uccidere un gatto.
Gatto avvelenato: sintomi principali di avvelenamento del gatto
Come anticipavamo prima, i gatti possono andare con molta cautela nel perlustrare l'ambiente che li circonda ma allo stesso tempo essere molto curiosi. E a forza di sperimentare non sempre va tutto bene. Non è infatti raro dover soccorrere dei gatti intossicati, avvelenati o feriti. Se però siamo in grado di individuare le cause o, meglio ancora, abbiamo le conoscenze sulle situazioni o le sostanze potenzialmente pericolose, possiamo evitarne l'incontro o il contatto con il nostro gatto.
In caso di avvelenamento e intossicazione di rado possiamo intervenire, però possiamo individuare i sintomi per tempo e portare il felino dal veterinario il prima possibile.
Alcuni dei veleni e delle sostanze tossiche più comuni con cui può entrare in contatto il gatto domestico sono:
- Medicine per esseri umani (soprattutto acido acetilsalicilico e paracetamolo o tachipirina)
- Alcuni cibi tossici che mangiamo noi esseri umani (10 cibi vietati ai cani)
- Insetticida (arsenico)
- Prodotti per la pulizia (candeggina e cloro)
- Prodotti antiparassitari esterni che spruzziamo su di lui e nell'ambiente
- Insetti velenosi (cantaridi)
- Piante tossiche o velenose (cianuro)
Questi prodotti, animali e piante contengono elementi chimici ed enzimi tossici per i gatti che non possono metabolizzare. Nel paragrafo sul trattamento da gatto avvelenato approfondiremo gli effetti di questi prodotti e cosa fare in questi casi.
Gatto avvelenato sintomi
I sintomi da avvelenamento o intossicazione alimentare del gatto sono molti e cambiano a seconda della causa scatenante l'avvelenamento e il grado di intossicazione. In seguito puoi trovare un elenco con i sintomi più comuni che presentano i gatti avvelenati:
- Vomito e diarrea (a volte con presenza di sangue)
- Salivazione eccessiva
- Tosse e starnuti
- Irritazione gastrica
- Irritazione della zona della pelle che è entrata in contatto con la sostanza tossica
- Difficoltà respiratoria
- Convulsioni, tremori e spasmi muscolari involontari
- Depressione
- Pupille dilatate
- Debolezza e stanchezza
- Difficoltà nel coordinare le zampe per problemi neurologici (atassia)
- Perdita di conoscenza
- Urinazione frequente
Gatto avvelenato: cosa fare passo a passo
Nel caso in cui individuassimo uno qualsiasi tra i sintomi descritti prima, bisogna subito avvertire il veterinario e portare il gatto a visitare e ottenere più informazioni possibili da riportare allo specialista, aiutandolo così a riconoscere le cause del malessere del gatto. Ancora meglio se riusciamo a raccogliere un campione del veleno: per esempio se capiamo che il gatto ha mangiato un topo avvelenato, è importante portare al veterinario il veleno e/o quello che resta del topo, se possibile. È bene ricordare anche che quando si tratta di casi di avvelenamento, il tempo è oro.
Ecco passo a passo quello che dobbiamo fare:
- Se notiamo il gatto debole, quasi svenuta o incosciente, dobbiamo portarla in un luogo aperto, ventilato ed illuminato. Potremo osservare meglio qualsiasi altro sintomo che dovesse presentare e offrirgli aria fresca perché si ventilino i polmoni e il corpo. Attenzione a sollevare il gatto con delicatezza e sicurezza allo stesso tempo. Se non possiamo uscire all'esterno, di solito il bagno o la cucina sono due ambienti illuminati e con disponibilità d'acqua.
- È molto importante poi togliere con attenzione la fonte di avvelenamento del gatto perché non si intossichino altri animali o esseri umani che frequentano l'ambiente.
- Una volta osservato bene il nostro amico felino dobbiamo chiamare il veterinario: ci aiuterà a stare tranquilli, a concentrarci e ci indicherà come procedere. Quanto prima chiameremo il veterinario, tante più probabilità di sopravvivere avrà l'animale. Cercare di identificare la fonte del veleno è molto importante, la prima cosa che ci chiederà di fare il medico, perché a seconda della causa sapremo se è necessario provocare il vomito al micio oppure no. Non sempre però è necessario farlo vomitare, infatti se è già qualche ora che vomita non faremo altro che indebolirlo e peggiorare la situazione. Anche se non è cosciente è assolutamente vietato provocargli il vomito. Così come se si tratta di sostanze corrosive come acidi o alcalini (candeggina, ecc.) o derivati dal petrolio (benzina, cherosene, liquido infiammante, ecc.) non bisogna provocare il vomito al gatto per non causare bruciature e danneggiare esofago, gola e bocca.
- Se siamo stati così bravi o fortunati da identificare il veleno, dobbiamo dare tutte le informazioni di cui disponiamo al veterinario come ad esempio il nome del prodotto, il principio attivo, la potenza, la quantità che più o meno ha ingerito e il tempo che è passato.
- Non bisogna assolutamente dargli acqua, cibo, latte, olio o nessun altro rimedio naturale finché non siamo certi della causa dell'avvelenamento. Uno qualsiasi di questi alimenti potrebbe avere effetto contrario a quel che speriamo e peggiorare lo stato di salute del gatto avvelenato.
- Nel caso in cui volessimo dargli da bere mentre aspettiamo di portarlo dal veterinario, se il medico non lo proibisce, possiamo dargli acqua o acqua con sale attraverso una siringa.
- Se il veterinario ci conferma che a causa dell'origine del veleno dobbiamo far vomitare il gatto, è bene seguire delle regole per evitare danni inutili durante il processo, norme che spiegheremo successivamente.
- Anche se riusciamo a far vomitare il gatto, una parte del veleno è stata sicuramente assorbita dall'apparato digerente. Per questo cercheremo di ridurre l'assorbimento attraverso il carbone attivo, come spiegheremo nell'ultimo paragrafo.
- Se l'intossicazione del gatto è avvenuta a causa di polvere o sostanza oleosa che si è incollata al pelo dell'animale, in caso di polvere dobbiamo cercare di toglierla pettinando il pelo con forza; in caso di sostanza oleosa dobbiamo utilizzare un prodotto per la pulizia delle mani che sia anche sgrassante. Se nonostante ciò non riusciamo ad eliminare la sostanza tossica, dovremo tagliare la parte di pelo del gatto per evitare che continui l'assorbimento e quindi l'intossicazione.
- La maggior parte delle sostanze velenose che i gatti domestici ingeriscono accidentalmente in casa colpiscono fegato e reni, per questo su conferma del veterinario è buona cosa dare acqua al nostro gatto se è sveglio o un po' meno stordito. Bevendo acqua infatti ridurremo un po' l'impatto della sostanza tossica in questi due organi. Se non riescono a bere da soli, gliela possiamo somministrare nella bocca un po' alla volta con una siringa.
- Se puoi, ricorda di raccogliere un campione di veleno con cui è entrato in contatto il gatto e anche eventuali contenitori o etichette che possano aiutare il veterinario a identificare il tipo di veleno ma anche le quantità di sostanze tossiche di cui è composto. Più informazioni avrà, più sarà facile e veloce curare il nostro amico felino.
Come salvare un gatto avvelenato: trattamento e cura
Una lista delle cure e dei trattamenti per le principali cause di avvelenamento dei gatti domestici. Potrai sapere come salvare un gatto avvelenato e cosa fare nel caso in cui non possiamo nell'immediato portare il gatto dal veterinario. In ogni caso è sempre meglio che questi procedimenti li svolga un professionista.
- Arsenico: L'arsenico è presente in insetticidi, pesticidi e veleni per le infestazioni di roditori. I sintomi da avvelenamento di gatto da topicida più comuni sono la diarrea acuta, a volte con sangue, depressione, polso debole, debolezza generale e collasso cardiovascolare. Questi sintomi sono dovuti all'infiammazione acuta causata dall'arsenico nei vari organi interni come il fegato e i reni. In questo caso, se il veleno è stato ingerito dal gatto da meno di due ore, il trattamento di urgenza è la provocazione del vomito e la somministrazione orale di carbone attivo. Dopo una o due ore si possono dare al felino protettori gastrici come pectina o caolino.
- Shampoo, sapone o detergente: In questi casi i sintomi sono più leggeri e facili da trattare. Molti di questi prodotti possono contenere soda caustica e altre sostanze corrosive, perciò non si deve mai indurre il vomito al gatto avvelenato. I sintomi sono capogiri, malessere generale, vomito e diarrea. Nel caso in cui la quantità ingerita è poca e il veterinario sia d'accordo, un buon modo per aiutare l'organismo del gatto a curare i sintomi da avvelenamento è quello di dargli latte o acqua.
- Medicine per esseri umani: Si tratta di una cosa molto pericolosa e latente, senza che ce ne rendiamo davvero conto. Il problema non deriva solo dalla fiducia che abbiamo nel fatto che i nostri animali domestici non ingeriscano i medicinali che lasciamo in giro o che non nascondiamo in modo adeguato, ma anche dal fatto che a volte somministriamo loro medicine per abbassare la febbre o calmare altri sintomi senza coscienza. È un grosso errore pensare che queste medicine siano adatte agli animali, nemmeno in piccolissime dosi: l'unica cosa che otterremo è di intossicarli. Non medicare mai il tuo animale domestico senza consultare un veterinario. Dobbiamo anche sapere che la maggior parte delle medicine si metabolizzano attraverso il fegato e i gatti hanno un apparato che non gli permette di digerire bene né medicinali né molte vitamine. Ecco un elenco delle medicine più diffusi che possono danneggiare i nostri amici felini:
- Acido acetilsalicilico (Aspirina): Si tratta di un analgesico e antipiretico tra i più comuni. Ma nei gatti produce un effetto molto negativo passando da vomito (anche con sangue) a ipertermia, da respirazione accelerata a depressione, e incluso la morte.
- Paracetamolo: È un antinfiammatorio e antipiretico molto usato perché molto efficace sugli esseri umani, ma un'arma mortale per i nostri gatti. Le conseguenze sono danni a fegato, eccessiva salivazione, oscuramento delle gengive, respirazione accelerata, depressione, pipì scura e a volte anche la morte.
- Vitamina A: Di solito abbiamo in casa multivitaminici da prendere durante i periodi in cui è facile ammalarsi o raffreddarsi. Questi prodotti sono ricchi di Vitamina A e l'eccesso di questa vitamina produce nei felini sonnolenza, anoressia, rigidezza del collo e delle articolazioni, stitichezza, perdita di peso. Inoltre si può riconoscere quando il gatto ha ingerito eccessive quantità di questa vitamina poiché ha comportamenti strani come sedersi sulle zampe posteriori alzando quelle anteriori o stendersi lasciando tutto il peso sulle zampe senza riuscire a rilassarsi.
- Vitamina D: Questa vitamina si trova negli integratori vitaminici ma anche nei veleni per topi e in alcuni alimenti. L'assunzione eccessiva di vitamina D produce nel gatto avvelenato anoressia, depressione, vomito, diarrea, polidipsia (bocca secca e sensazione di sete estrema) e poliuria (orina abbondante e frequente). Questo deriva dalle lesioni renali ed emorragiche dell'apparato digerente e respiratorio.
- Cioccolato: Il cioccolato contiene teobromina che è una sostanza chimica che appartiene alle metilxantine (sostanze che hanno un effetto stimolante ed eccitante sul sistema nervoso centrale). Negli esseri umani non produce danni perché sono in grado di metabolizzarlo, ma gli animali non hanno questi enzimi e quindi già una piccola quantità di cioccolato può intossicarli. I sintomi di avvelenamento da cioccolato si manifestano tra 6 e 12 ore dopo l'ingestione e sono sete insaziabile, vomito, grande salivazione, diarrea, inquietudine e ventre rigonfio. Dopo poco però la situazione si aggrava con iperattività, tremori, minzione frequente, tachicardia, bradicardia, difficoltà respiratoria, insufficienza cardiaca e respiratoria. Le prime cure in questi casi sono l'induzione del vomito e somministrazione di carbone attivo. Se il gatto ha ingerito il cioccolato da più di 2 ore non è necessario indurre il vomito dato che il processo di digestione sarà già concluso. In questo caso dovremo portare il nostro micio al veterinario perché realizzi il trattamento immediatamente e con gli strumenti adatti.
- Pece: la pece è composta da diversi prodotti come i cresoli, i fenoli e il catrame. Si aggiunge nei disinfettanti e in altri prodotti usati in casa. L'avvelenamento avviene più per assorbimento che per ingestione e provoca stimolazione del sistema nervoso, cuore debole, danni al fegato, debolezza, itterizia (colorazione giallognola della pelle e delle mucose), perdita di coordinazione, con anche casi di coma o morte. Non esiste un trattamento specifico. Si possono comunque somministrare sulla ferita delle soluzioni saline e di carbone, e successivamente l'albume dell'uovo che serve ad alleggerire gli effetti corrosivi del veleno.
- Cianuro: Si trova nelle piante, nei veleni per topi e nei fertilizzanti. Nel caso dei felini l'avvelenamento per cianuro avviene più di frequente per la ingestione di piante che contengono composti di cianuro come ad esempio il giunco, le foglie di mela, il mais, il lino, il sorgo selvatico e l'eucalipto. I sintomi si manifestano in soli 10/15 minuti dall'ingestione e possiamo osservare un aumento di eccitazione che si trasforma in difficoltà respiratorie e concludersi in asfissia. L'unica cura è la somministrazione immediata da parte del veterinario di nitrito di sodio.
- Etilenglicole: Si usa come anticongelante nei circuiti di refrigerazione dei motori a combustione interna e comunemente è conosciuto come anticongelante per le autovetture. Il sapore di questo composto è dolce e per questo attira molti animali che lo consumano. I gatti però non distinguono i sapori dolci perciò non è questo il caso e non avviene con frequenza. I sintomi si presentano velocemente dal momento dell'ingestione e sono molto simili a quelli di un'ubriacatura: vomito, stupore, perdita dell'equilibrio, atassia, difficoltà neurologiche. Quello che si deve fare in questo caso è indurre il vomito e somministrare a un'ora o due dall'ingestione del veleno il carbone attivo e poi il solfato di sodio.
- Fluoro: Il fluoro si può incontrare nei veleni per topi, nei prodotti per la pulizia orale degli esseri umani (es. dentifricio e collutorio) e acaricidi ambientali. Essendo questa sostanza tossica sia per i cani che per i gatti, è assolutamente vietato usare per l'igiene orale del nostro animale i prodotti che normalmente utilizziamo per la nostra, ma bisogna utilizzare i dentifrici speciali per loro. I sintomi sono gastroenterite, nervoso, aumento del ritmo cardiaco e purtroppo anche la morte. Nel caso di avvelenamento grave, si deve immediatamente somministrare all'animale il gluconato di calcio per via endovenosa o idrossido di magnesio o latte per via orale perché queste sostanze si uniscano con gli ioni di fluoro.
- Uva e uva passa: È poco comune un caso di avvelenamento del gatto da uva o uva passa, è più facile che avvenga nei cani. Sappiamo che la dose tossica per i cani è di 302 g di uva passa per kg di peso e di 11-30 mg di uva per kg di peso. Per il gatto sicuramente il rischio di avvelenamento sarà alto già con dosi ancora più basse. I sintomi in questo caso sono vomito, diarrea, debolezza, molta sete, disidratazione, incapacità ad orinare e insufficienza renale, che può portare anche alla morte. Bisogna fare in modo che il gatto vomiti e dobbiamo poi portarlo subito dal veterinario che, tra le altre cose, indurrà la minzione attraverso la terapia endovenosa di fluidi.
- Alcol: Nel caso di avvelenamento da alcol, i prodotti che più comunemente vengono ingeriti dagli animali domestici sono etanolo (bevande alcoliche, alcol disinfettante, impasto in fermentazione e gli elisir), metanolo (prodotti per la pulizia come ad esempio quelli per pulire i parabrezza delle auto) e l'alcol isopropilico (disinfettante, aerosol antipulci per animali da compagnia con alcol). Quest'ultimo è il due volte più tossico che l'etanolo. La dose tossica si aggira tra i 4 e gli 8 ml per kg. Per ingestione o per assorbimento cutaneo, queste sostanze sono particolarmente velenose per i gatti poiché sono sensibili. Bisogna per questo evitare di spruzzare antipulci non specifici per i felini domestici o che contengano alcol. I sintomi sono già evidenti dopo un'ora - ora e mezzo dall'intossicazione: vomito, diarrea, perdita di coordinazione, disorientamento, tremiti, difficoltà respiratorie che a volte portano anche alla morte. In questi casi è necessario spostare l'animale all'esterno, facendo attenzione ai raggi diretti del sole. Se siamo sicuri che l'avvelenamento è avvenuto da poco, gli si indurrà il vomito. Non bisogna offrirgli carbone attivo perché per questo tipo di avvelenamento non serve a nulla. Ovviamente lo si dovrà poi portare dal veterinario per gli accertamenti.
- Cloro e candeggina: I prodotti di pulizia per la casa e quelli usati nelle piscine contengono una percentuale di candeggina e cloro. L'intossicazione avviene se i nostri animali domestici morsicano bottiglie di questi prodotti o bevono l'acqua del mocio per lavare il pavimento o della piscina che abbiamo in cortile. I sintomi sono vomito, vertigini, salivazione, anoressia, diarrea e depressione. Il primo ausilio è quello di somministrare al gatto latte o latte allungato con acqua attraverso una siringa un po' alla volta, lasciando che sia lui a deglutire pian piano. Il latte si mescolerà al cloro evitando di intaccare di più la salute del nostro micio. Mai indurlo al vomito dato che sicuramente il suo corpo cercherà di espellere la sostanza velenosa attraverso il rigurgito. Inoltre non farebbe che peggiorare la situazione dato che il veleno e gli acidi gastrici sono corrosivi e gli brucerebbero la parte iniziale dell'apparato digerente. Il carbone attivo non è utile nemmeno in questo caso. Se la contaminazione è avvenuta attraverso l'assorbimento cutaneo, dobbiamo immediatamente lavare la parte in questione con un sapone leggero per gatti e risciacquare con acqua abbondante per togliere tutti i residui. Infine ci rivolgeremo al veterinario perché lo visiti.
- Insetticida: Tra gli insetticidi possiamo trovare prodotti che contengono carbamato, composti di idrocarburo clorurato, permetrina o piretroidi e organofosfati, tutte sostanze tossiche per i nostri adorati animali. I sintomi di avvelenamento da insetticidi sono minzione frequente, salivazione eccessiva, difficoltà a respirare, coliche, atassia e convulsioni. In questo caso si deve dare al gatto il carbone attivo e poi indurre il vomito con acqua ossigenata al 3%. Consultare sempre il veterinario.
Dosi e somministrazione orale nel gatto avvelenato
Per indurre il vomito dobbiamo somministrare oralmente al gatto una soluzione di acqua ossigenata al 3% usando una siringa per bambini. Non utilizzare mai soluzioni che contengano una concentrazione più alta di acqua ossigenata, come ad esempio alcuni prodotti in commercio per il pelo del gatto, poiché faremo ancora più danno al gatto avvelenato invece di aiutarlo.
La dose giusta è di 5 ml (1 cucchiaino) di acqua ossigenata per ogni 2,25 kg di peso del felino. Per un gatto di dimensioni medie di 4,5 kg dovremo quindi somministrargli circa 10 ml di soluzione (2 cucchiaini). Ripetere ogni 10 minuti per un massimo di 3 volte. Se ci accorgiamo subito dell'avvelenamento nel gatto e abbiamo a portata di mano l'acqua ossigenata al 3%, possiamo usare da 2 a 4 ml di soluzione per kg di peso.
Un'altro modo efficace di far ingerire al gatto avvelenato la soluzione orale, è quella di introdurre la siringa tra i denti e la guancia del gatto. In questo modo sarà più difficile espellerlo e più facile che deglutisca. Non bisogna iniettare la soluzione tutta insieme ma solo 1 ml alla volta.
Il carbone attivo è un'altro metodo molto efficace contro l'avvelenamento del gatto cui va somministrata una dose di 1 g di polvere di carbone attivo nel minor volume di acqua possibile. Si formerà una specie di impasto spesso che potremo somministrare oralmente con la siringa. Ripetere la dose ogni 2 o 3 ore per un totale di 4 volte.
In caso di avvelenamento grave la dosi è da 2 a 8 g per kg di peso del gatto ogni 6 o 8 ore per 3/5 giorni consecutivi. Si può mescolare la dosi con acqua e somministrarla sempre con la siringa (il veterinario a volte opta per la sonda gastrica). Il carbone attivo si trova sul mercato in forma liquida, in polvere o in pastiglie che possiamo diluire noi in casa.
La pectina è una soluzione che il veterinario (e solo il veterinario!) può dare al nostro gatto nel caso di intossicazione o avvelenamento. La dosi indicata è di 1 o 2 g di pectina ogni kg di peso del micio ogni 6 ore per 5 o 7 giorni consecutivi.
Anche il latte è un ottimo trattamento contro l'avvelenamento: si può dare al gatto il latte da solo o diluito per metà con acqua se vogliamo che leghi a certi tipi di veleni come il fluoro. Una dose da 10 a 15 ml per kg di peso è la più adatta.
Altra sostanza efficace ma che deve somministrare solo il veterinario è il nitrito di sodio. La dose consigliata è di 10 g in 100 ml di acqua distillata o 20 mg di soluzione salina isotonica per kg di peso del gatto avvelenato a causa del cianuro.
Questo articolo è puramente informativo, da AnimalPedia non abbiamo la facoltà di prescrivere trattamenti veterinari né realizzare alcun tipo di diagnosi. Ti invitiamo a portare il tuo animale domestico dal veterinario nel caso in cui presenti qualsiasi tipo di malessere o fastidio.
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